I documenti dei terroristi parlano italiano

Alcuni tra terroristi coinvolti nei sanguinosi attentati di Parigi, Nizza, Berlino sembra abbiano un elemento che li lega al nostro Paese. I falsi documenti che utilizzavano.  
Anis Amri, il responsabile dell’attentato di Berlino è stato in prigione in Italia e dopo l’attentato, rientrato nel nostro Paese è stato ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia, ma quando è stato fermato dalla polizia tedesca, il 30 luglio scorso, aveva una carta d’identità italiana falsa. Salah Abdeslam, l’unico superstite tra gli attentatori di Parigi, la scorsa estate ha viaggiato in Italia, preso un traghetto da Bari per la Grecia e ha fatto tutto con una carta prepagata italiana e documenti italiani falsi.
I terroristi per colpire hanno bisogno di finanziamenti, di basi logistiche, ma soprattutto di documenti falsi e l’Italia, come rileva uno studio del Centro Studi per l’Islam contemporaneo, sembra offrire un supporto notevole alla causa terroristica proprio con la falsificazione di documenti. In Campania, ad esempio, sono presenti algerini che fanno parte di una cellula nota con il nome di Gruppo Islamico Armato, un’organizzazione legata al terrorismo e specializzata nel traffico internazionale di documenti falsi. Abbiamo più volte segnalato, nelle nostre news, i numerosi furti di documenti in bianco che ciclicamente avvengono in molti comuni italiani, ma uno in particolare, avvenuto a Gallipoli nel luglio del 2014 ha fruttato ben 12 pistole e 1050 carte di identità; proprio nel corso delle indagini, le forze dell’ordine hanno potuto verificare che tutti gli indagati facevano parte di un gruppo criminale specializzato in documenti falsi e, molti di questi documenti sono ora in giro per il mondo e nelle mani di immigrati siriani, palestinesi, afghani, albanesi, nordafricani e, probabilmente, anche di terroristi.
La provincia di Caserta è sicuramente un territorio in cui il legame tra la camorra locale e le attività strumentali al terrorismo internazionale viaggiano a braccetto. Ormai sembra certo che bande criminali meridionali, rivendono i documenti a intermediari, spesso marocchini, che a loro volta rivendono agli utilizzatori finali. Circola anche un listino dei prezzi: una carta di identità è venduta agli intermediari per 13 euro, mentre chi la utilizzerà non la pagherà meno di 100 euro.