Ottenuto in Italia il primo caricatore flessibile per smartphone

Grazie all'impiego del grafene, è stato realizzato in Italia il prototipo di una nuova generazione di tecnologie, che permette di immagazzinare energia rinnovabile e usarla per caricare velocemente i dispositivi portatili, come smartphone e tablet.
Il dispositivo, ottenuto dall'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), funziona per oltre 10 mila cicli, ed è in grado di caricarsi e scaricarsi con tempi molto rapidi. 
Presentato a Barcellona, all'evento mondiale dedicato al mondo del mobile, il Mobile World Congress (MWC) 2018, il prototipo è un cosiddetto "supercondensatore": nato dalle ricerche dei Graphene Labs dell'IIT, è stato sviluppato nell'ambito del progetto bandiera europeo "Graphene", su cui l'Europa ha investito 1 miliardo di euro in 10 anni. 
L'obiettivo della ricerca era quello di ottenere una tecnologia in grado di coniugare capacità di accumulo di carica elevate, paragonabili con quelle delle batterie agli ioni di litio, con rapidità di carica e scarica, in modo da collegarlo a sistemi di energia rinnovabile: il dispositivo potrebbe essere collegato a pannelli fotovoltaici integrati negli indumenti, consentendo una ricarica continua di energia elettrica e, nello stesso tempo, di usufruirne velocemente quando è necessario alimentare dispositivi portatili.
L'utilizzo del grafene migliora le prestazioni di carica e scarica, riduce il peso e permette al dispositivo di essere allo stesso tempo flessibile e resistente.
Il prototipo è stato realizzato grazie alla sovrapposizione di strati successivi di grafite, grafene ed un materiale plastico bagnato da un elettrolita
Per facilitare l'integrazione negli indumenti, tutto può essere avvolto da un rivestimento esterno realizzato con materiali resistenti all'acqua e lavabili.