Ultimatum dell’UE a Facebook, Google e Twitter

La Commissione europea e le autorità responsabili della tutela dei consumatori degli Stati membri hanno deciso di dare a Facebook, Twitter e Google+ un ultimatum con scadenza temporale molto breve: 30 giorni. Il giro di vite imposto da Bruxelles scaturisce dal gran numero di reclami dei consumatori vittime di frodi e truffe durante la consultazione di siti di social media, o che dichiarano di aver subito l’imposizione di condizioni di utilizzo non conformi alle norme comunitarie.
Ancora oggi, ad esempio, qualsiasi controversia con i social media, deve essere presentata presso il tribunale della California; per quanto riguarda la rimozione di contenuti offensivi e considerati pericolosi, o l’eventuale recesso in caso di acquisti online, come pure la pubblicità occulta o le truffe, le clausole alle quali si attengono i social sono spesso in contrasto con quanto previsto dalle norme dei Paesi UE.
Nell’incontro tra le parti, che si è tenuto il 14 marzo, le autorità UE hanno dato agli operatori un solo mese di tempo per presentare le nuove regole che rispettino pienamente le norme europee sulla tutela dei consumatori.
L’Europa chiede, dunque, chiarezza nelle condizioni d’uso dei servizi e l’eliminazione delle clausole illegali e conformità al diritto europeo. Le reti di social media, ad esempio, non potranno in alcun caso privare il consumatore del diritto di rivolgersi a un tribunale dello Stato di residenza e non possono chiedere di rinunciare a diritti quali quello di recedere da un acquisto online. I contenuti sponsorizzati, poi, devono essere chiaramente identificabili e le reti di social media non possono modificare le clausole e le condizioni di utilizzo senza prima informare chiaramente il consumatore e senza dargli la possibilità di recedere dal contratto. Le clausole d’uso del servizio, inoltre, non possono dare ai social media il potere illimitato e discrezionale rispetto alla rimozione dei contenuti.
Si chiede anche a Facebook, Twitter e Google+ di vigilare ed eliminare truffe e frodi dai loro siti web e di dare alle autorità di tutela dei consumatori un canale diretto per segnalare tutte le irregolarità.