Usa maggiori controlli per chi viaggia con dispositivi elettronici

Le ispezioni sono sempre più frequenti e anche i device sono nel mirino dei controllori. Gli agenti possono richiedere la password dello smartphone e, se si rifiuta, si può essere fermati e interrogati.
L'Ufficio doganale e di protezione dei confini nel corso del 2016 ha svolto 23,877 controlli contro i 4,764 dell’anno precedente. Tra le ipotesi che giustificano questo numero c’è sicuramente l’aumento del numero di dispositivi elettronici che i singoli viaggiatori.
L'allarme è stato lanciato da un gruppo di osservatori che svolgono un’azione di controllo e difesa della privacy digitale, dopo che un giornalista canadese e due passeggeri hanno raccontato le esperienze vissute. Comunque, mentre l'amministrazione Trump si appresta, dopo le bocciature della magistratura, ad emanare una nuova versione del Muslim ban, il governo federale si affretta a dichiarare che non c'è stato alcun inasprimento rispetto al passato.
La legge è datata 2009 e sicuramente si può aggiornare, ma senza violare la libertà dei cittadini e la loro privacy digitale.
Le associazioni in ogni caso consigliano ai viaggiatori di lasciare i loro costosi smartphone a casa e di comprare, negli Stati Uniti, un cellulare a basso costo. Chi non può rinunciare al proprio dispositivo dovrebbe criptarlo e impedire l'accesso alle app social che non hanno password. Gli agenti di frontiera, è bene saperlo, possono chiedere di sbloccare il device e di fornire le password e a fronte di un rifiuto, possono interrogare e trattenere il viaggiatore e sequestrare il dispositivo per alcuni giorni.
Già sono arrivate denunce di presunti abusi e di qualche eccesso di zelo.
Hasaim Elsharkawi, un imprenditore residente in California e cittadino americano, di fede musulmana è stato fermato a Los Angeles dagli agenti della polizia di frontiera mentre si imbarcava su un aereo diretto in Arabia Saudita. Elsharkawi non ha sbloccato il cellulare perché, ha detto, non voleva che degli uomini vedessero le foto di sua moglie con il volto scoperto e, dopo essere stato ammanettato e interrogato per quattro ore, ha ottenuto che a effettuare il controllo fosse un'agente donna.
Anche una giovane imprenditrice italiana, in transito ad Atlanta, ha avuto problemi perché al controllo passaporti, un agente di frontiera ha notato un visto della Libia, uno dei paesi interessati dal Muslim ban, e ha deciso di trattenerla. La ragazza è stata ammanettata, interrogata per ore e ha dovuto fornire agli agenti il codice di sblocco del suo cellulare.
Dal 20 dicembre, poi, l'Ufficio doganale e di protezione dei confini chiede a coloro che entrano negli Stati Uniti informazioni sull’attività che svolgono online, in un modulo elettronico chiedono di segnalare i propri account social, siti e applicazioni. Anche se per ora si tratta di una richiesta facoltativa che riguarda esclusivamente i viaggiatori che utilizzano l’Electronic System for Travel Authorization (Esta), il modulo per ottenere il permesso di entrare negli Stati Uniti, per tre mesi, senza visto.