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Usa: il controllo dell’account social per avere il visto

29 Dicembre 2016 admin 38 paesi, account social, esta, usa, visto
Dal 20 dicembre, il dipartimento Customs and Border Protection degli Usa chiede a coloro che fanno domanda online d’ingresso, attraverso l'Electronic System for Travel Authorization (Esta), di indicare anche l’account sui social network. Un controllo, introdotto dall'Amministrazione Obama, tra le misure per prevenire le minacce terroristiche. Anche se è tra le domande online facoltative, questa richiesta ha sollevato, da parte dei colossi hi tech e delle organizzazioni per i diritti civili, molte polemiche. A loro avviso il programma minaccia la libertà d'espressione con il rischio che le verifiche, dopo la vittoria di Donald Trump, possano essere molto più estese e stringenti di quanto si dica.
Sta di fatto che i visitatori provenienti da 38 Paesi, Italia inclusa, se presenti sulle piattaforme di Facebook, Google+, Instagram, LinkedIn e YouTube sono invitati ad inserire il loro nome utente.
Le organizzazioni per i diritti civili sono preoccupate perché, a loro avviso, sono poche le regole su come queste informazioni saranno raccolte, custodite ed eventualmente diffuse ad altre agenzie e lamentano anche l’assoluta mancanza di linee guida per limitarne l'uso.
 
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29 Dicembre 2016 admin 38 paesi, account social, esta, usa, visto
Dal 20 dicembre, il dipartimento Customs and Border Protection degli Usa chiede a coloro che fanno domanda online d’ingresso, attraverso l'Electronic System for Travel Authorization (Esta), di indicare anche l’account sui social network. Un controllo, introdotto dall'Amministrazione Obama, tra le misure per prevenire le minacce terroristiche. Anche se è tra le domande online facoltative, questa richiesta ha sollevato, da parte dei colossi hi tech e delle organizzazioni per i diritti civili, molte polemiche. A loro avviso il programma minaccia la libertà d'espressione con il rischio che le verifiche, dopo la vittoria di Donald Trump, possano essere molto più estese e stringenti di quanto si dica.
Sta di fatto che i visitatori provenienti da 38 Paesi, Italia inclusa, se presenti sulle piattaforme di Facebook, Google+, Instagram, LinkedIn e YouTube sono invitati ad inserire il loro nome utente.
Le organizzazioni per i diritti civili sono preoccupate perché, a loro avviso, sono poche le regole su come queste informazioni saranno raccolte, custodite ed eventualmente diffuse ad altre agenzie e lamentano anche l’assoluta mancanza di linee guida per limitarne l'uso.
 
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