Otto previsioni per il 2020 e oltre del ''futurologo'' di Google

Raymond Kurzweil si può definire futurologo, visionario, sostenitore dell'approssimarsi della singolarità tecnologica, sta lavorando, in questo momento per Google, per realizzare una "macchina pensante". Kurzweil sin dagli anni '90 ha iniziato a formulare previsioni su quanto sarebbe accaduto negli anni successivi con un indice di accuratezza pari all'86%. La sua visione per i prossimi anni si focalizza su 8 trasformazioni che caratterizzeranno il nostro futuro.
Stamperemo tutto in 3D
Kurzweil sostiene che entro il 2020 saremo in grado di «vivere estremamente bene e stampare tutto ciò di cui avremo bisogno» grazie alla diffusione di progetti open source gratuiti. Questa innovazione rappresenterà la fine di molte industrie, come quelle della moda e delle costruzioni poiché ognuno potrà stampare, autonomamente e da dove vorrà, ciò che desidera.
Le nostre menti saranno direttamente connesse con il "cloud"
La seconda profezia ci rivela che entro il 2030 la nanotecnologia avrà generato dei robot talmente piccoli in grado di collegarsi direttamente ai neuroni del cervello fungendo da ponte tra questo e le reti informatiche. «Proprio come oggi possiamo aumentare le capacità dei nostri smartphone grazie al cloud e senza usare fili» – spiega il futurologo di Google – «così saremo in grado di espandere la neocorteccia nel cloud».
Vivremo molto più a lungo
I nanobot, riuscendo ad intervenire a livello microscopico, rafforzeranno e sostituiranno il nostro sistema immunitario riuscendo a sconfiggere qualsiasi malattia, compreso il cancro. Questo potrebbe significare che si riuscirà, se non a sconfiggere, quanto meno a ritardare la morte.
Saremo più divertenti e intelligenti
I nanobot, fornendoci potenziamento digitale, faranno in modo di «creare livelli di espressione più profondi» utilizzando, ad esempio, tutto ciò che la Rete può offrire per essere più divertenti, più sexy, migliori nell'esprimere l'amore, più capaci di analizzare in profondità un brano musicale.
Potremo reincarnare i morti grazie all'intelligenza artificiale
Un obiettivo, da raggiungere entro il 2025 e molto caro a Kurzweil, è quello di "riportare in vita" il padre, ricostruendone un'immagine virtuale attraverso tutto ciò che ne è rimasto: email, registrazioni video, messaggi di testo, lettere e ricordi di chi l'ha conosciuto. Un secondo step di questa idea, vedrà protagonista ancora la nanotecnologia che sarà in grado di estrarre i ricordi e la personalità dei defunti direttamente dai loro neuroni e, grazie al DNA, ricostruirne una versione virtuale più fedele.
Caricheremo le nostre menti all'interno dei computer
Una visione che il nostro condivide con Stephen Hawking, che qualche tempo fa dichiarava: «Io credo che il cervello sia come un programma nella mente, che è come un computer, e quindi è teoricamente possibile copiare il cervello in un computer e garantire così una forma di vita dopo la morte. Tuttavia, ciò va al di là delle nostre capacità attuali».
Realizzeremo la Singolarità
Nel 2045 avremo a disposizione una potenza computazionale pari a un miliardo di volte quella disponibile nel cervello umano. L'intelligenza artificiale supererà di gran lunga quella biologica e inizierà l'era in cui i cambiamenti tecnologici saranno così rapidi da cambiare la vita umana irrimediabilmente. Forse riusciremo a dare un significato nuovo alla nostra vita, morte compresa.
Avremo corpi virtuali
Con menti così performanti avremo bisogno di un corpo virtuale, modificabile a seconda delle proprie necessità, con le quali esse potranno esprimersi pienamente. Il corpo fisico, così limitato, sarà praticamente inutile.

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