Cybersecurity, per le aziende i pericoli vengono dall’interno

Cresce il numero degli attacchi informatici che prendono di mira le aziende, e arriva a toccare il 28% delle offensive totali, anche se la principale fonte di pericolo rimangono gli attacchi causati da personale all’interno, che rimangono i più frequenti con il loro 33%. E’ una delle principali evidenze dello studio “The State of Cyber Resilience 2018” di Accenture, condotto su 4.600 responsabili sicurezza di aziende con un fatturato superiore a un miliardo di dollari in 19 settori e 15 paesi tra Nord e Sud America, Europa e Asia, che sarà presentato nel corso della World Energy Week che si apre oggi a Milano.
L’impatto delle violazioni dall’esterno, secondo la ricerca, è aumentato del 9% rispetto al 2017 (dal 19% al 28%), mentre gli attacchi interni che hanno causato danni maggiori sono diminuiti dal 43% al 22%.
A distanza di un anno dall’episodio di Wanna Cry, spiega Accenture in una nota, gli attacchi sono più che raddoppiati: erano stati 106 nel 2017 e sono 232 nel 2018: in risposta l’87% delle aziende si è dotato di sistemi di controllo preventivo rispetto al 70% del 2017.
Gli investimenti in questo settore stanno vivendo un momento di crescita abbastanza generalizzata rispetto a un anno fa: nel 10% dei casi il budget è quasi triplicato (dal 22 al 74%) ma per quanto ci sia consapevolezza di un continuo aumento delle violazioni, solo il 31% degli intervistati si aspetta che gli investimenti in cyber security crescano in maniera significativa. Quattro intervistati su cinque, inoltre, sono d’accordo nell’affermare che tecnologie rivoluzionarie come intelligenza artificiale, machine learning e blockchain siano essenziali per proteggere le aziende, infatti il 62% spenderebbe budget aggiuntivi per colmare i gap nell’attuale cyber security e il 59% investirebbe in innovazione.
Tra le conseguenze principali di questo nuovo approccio alla cybersecurity c’è il fatto che la maggior parte dei team sta diventando più veloce nell’arrestare le violazioni: oggi quasi due terzi dei tentativi vengono bloccati più rapidamente dello scorso anno. Nel 2018 il 55% delle violazioni sono state rilevate entro una settimana (rispetto al 10% dello scorso anno) e l’89% intercettate entro un mese (rispetto al 32% del 2017).

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