Hacker sfruttano anche pagamento tasse per rubare dati

Kaspersky Lab ha effettuato un monitoraggio dei casi evidenziati in diversi Paesi nel mondo, tra cui l'Italia, riscontrando che gli hacker e i truffatori online sfruttano anche il pagamento delle tasse per impadronirsi di quantità enormi di informazioni personali degli utenti.
Ad esempio, ad aprile del 2016 in Canada, Stati Uniti e Regno Unito sono stati rilevati picchi notevoli di phishing online che avevano come tema le imposte.
Tra le informazioni raccolte dai truffatori ci sono i dettagli delle carte bancarie, previdenza sociale, patente, l'indirizzo, il numero di telefono. Inoltre, secondo la ricerca, nel 2017 sono stati rilevati un numero crescente di attacchi che utilizzavano siti online di autorità fiscali, falsi, ma 'vestiti' in modo da sembrare autentici. Come è accaduto in Italia. Per il nostro paese il rapporto Kaspersky cita il caso di alcuni utenti truffati da un falso sito del ministero della Difesa: dopo l'accesso, il pc veniva bloccato da un virus e poi gli hacker chiedevano un riscatto.
"Non tutti i contribuenti possono riconoscere una truffa, e persino gli utenti più esperti possono essere ingannati dalla promessa di un rimborso fiscale", spiega Nadezhda Demidova, Lead Web Content Analyst di Kaspersky Lab. Per non cadere nelle truffe può essere utile memorizzare online l'indirizzo ufficiale del servizio fiscale del proprio paese, nonché controllare l'indirizzo web da cui si riceve la richiesta di inserire le proprie credenziali.