Confondere i sistemi biometrici basati sulla voce è “un gioco da bambini”

Il riconoscimento vocale, sistema basato sull'idea che la voce sia unica esattamente come le impronte digitali o l'iride, viene già utilizzato da alcune banche e aziende che permettono di compiere operazioni al telefono tramite sistemi automatici in grado di individuare l'identità degli utenti dal suono della loro voce. Tuttavia, non sembra un metodo infallibile poiché già in passato è stato messo in crisi, per esempio, dal gemello eterozigote di un giornalista della Bbc che, dopo otto tentativi, è riuscito a farsi passare per il fratello, convincendo il sistema di riconoscimento vocale della banca di questi a dargli tutte le informazioni che voleva e a permettergli di eseguire bonifici.
A conferma di tale vulnerabilità c'è, ora, uno studio, condotto da alcuni ricercatori dell'Università della Finlandia Orientale, che dimostra come un buon imitatore possa confondere con facilità i sistemi di riconoscimento vocale dato che «questi sistemi in generale non sono ancora efficienti nel riconoscimento delle modifiche vocali» come scrive Rosa González Hautamäki, prima firmataria dello studio.
Durante ulteriori prove, è, inoltre, emerso che modificare la propria voce, per far credere di avere un'età diversa da quella reale, è un buon mezzo per raggirare il riconoscimento poiché «le prestazioni di questi sistemi calano di fronte a tali sotterfugi».
In pratica, impersonare un bambino o un anziano per gabbare il riconoscimento vocale è, allo stato attuale della tecnologia, relativamente semplice.