Pronto, sono dell’Assistenza Microsoft. Invece è l’hacker

La truffa segue sempre lo stesso copione una telefonata di un sedicente tecnico di una nota marca high tech che dice alla vittima di aver riscontrato un virus nel computer e si offre di intervenire per rimuovere l'infezione da remoto.
A questo punto se la vittima abbocca inizia a eseguire i comandi che le vengono suggeriti e questi infettano davvero il computer e consentono di prenderne il controllo da remoto. Ci sono anche varianti che consistono nella richiesta di pagamento, tramite carta di credito, per rimuovere un problema che il computer non ha.
i ricercatori della Stony Brook University hanno scoperto un’ulteriore versione di questa truffa: le vittime navigando in Internet incrociano siti che fanno credere che il loro computer sia infettato e vengono indotte a chiamare un numero di assistenza tecnica che è gestito da truffatori.
La ricerca è riuscita anche a quantificare i guadagni dei criminali che si aggirano intorno ai 291 dollari a vittima e, dalle registrazioni delle telefonate, è emersa la grande abilità dei criminali che blandiscono, convincono e rassicurano la vittima predisponendola a pensare che vale la pena accettare la proposta.
I gestori della truffa hanno pensato proprio a tutto e, per risparmiare sui loro costi utilizzano prevalentemente i servizi VoIP di Twilio, WilTel, RingRevenue e Bandwidth che consentono loro di effettuare a proprio carico, e a prezzi stracciati, le chiamate internazionali.
Ma da dove arrivano queste telefonate? Nessuna sorpresa nell’apprendere che l’85% dei truffatori opera dall'India. Purtroppo sono stati scoperti numerosi call center che nel Paese svolgono attività illecite e solo il 14 marzo abbiamo dato notizia della scoperta, fatta dalla BBC e dalla Reuter, di chi sta dietro a questo giro di truffe. Sono spesso aziende che gestiscono call center in India ad organizzare tutto e a servirsi di operatori indiani che, per pochi dollari al mese, effettuano le chiamate e infettano i computer.