Frodi aziendali, per i cinesi investire in Italia è rischioso

Il Global Fraud & Risk Report di Kroll, azienda leader nel mondo per le investigazioni in campo aziendale descrive la situazione delle aziende del nostro Paese e il quadro non conforta. Facciamo molto poco per prevenire e contrastare le truffe e i furti di dati e questo sta spaventando anche i cinesi che potrebbero anche rinunciare ad investire nel Belpaese.
I dati, d'altronde, non lasciano molti margini e se si mettono a confronto quelli di Italia e Cina si scopre che in Cina il rischio di frode è molto alto, circa l’86%, ben quattro punti sopra la media dei Paesi del mondo, ma risultano anche molto alte l’attività di prevenzione e autodifesa messe in atto. Noi, invece, mentre gli altri Paesi si attrezzano per contrastare i crimini informatici che producono danni significativi, ci ostiniamo a perseguire le piccole frodi. Un esempio viene da come Cina e Italia trattano il phishing via email. In Cina è considerato un’emergenza (41%), come i malware e i virus (39%); in Italia, invece, il problema è poco sentito dalle aziende, non perché non esista, ma perché molto spesso non si sa come affrontarlo.
Cosa serve? Formazione, controlli più rigorosi, investimenti in firewall e sistemi di protezione dei dati, anche alla luce di quanto prevedono le nuove regole UE sul trattamento dei dati. Tutte azioni che oltre ad evitare la fuga degli investitori, eviterà perdite economiche sempre più rilevanti.