Cyberbullismo: dopo il sì della Camera è già polemica

 
La legge dovrà tornare a palazzo Madama e già molte sono le contestazioni. La proposta di legge prevede che chiunque, anche se minorenne, potrà chiedere ai gestori dei siti internet la rimozione o l'oscuramento di contenuti che costituiscano oggetto di cyberbullismo.
A verificare che il gestore del sito elimini i contenuti, sarà il garante per la Privacy che, se non si procede all’eliminazione nell’arco di 48 ore dalla richiesta, ha la possibilità di provvedere direttamente alla rimozione. I gestori dei siti dovranno dotarsi di specifiche procedure per il recepimento e la gestione delle richieste di oscuramento, rimozione o blocco dei dati; e obblighi uguali riguardano anche la comunicazione di tali procedure sull'home page dei siti.
Ecco la definizione di bullismo introdotta dalla legge: “l'aggressione o la molestia, da parte di singoli o più persone, nei confronti di una o più vittime allo scopo di ingenerare in essi timore, ansia o isolamento ed emarginazione”. Il cyberbullismo è definito come “fenomeno che si manifesta attraverso un atto o una serie di atti di bullismo che si realizzano attraverso la rete telefonica, la rete Internet, i social network, la messaggistica istantanea o altre piattaforme telematiche”.
Per gli atti di bullismo che non costituiscano reati per i quali si procede d'ufficio, fino a quando non sia stata proposta querela o presentata denuncia, il questore potrà convocare il responsabile ammonendolo oralmente ed invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge. Se l'ammonito è minorenne, il questore convoca con l'interessato almeno un genitore. Lo stalking commesso per via informatica o telematica, secondo la proposta, sarà punito con la reclusione da 1 a 6 anni.
In ogni istituto scolastico, inoltre, tra i professori sarà individuato un referente per le iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo. Al preside spetterà informare subito le famiglie dei minori coinvolti in atti di bullismo e, se necessario, convocare tutti gli interessati per adottare misure di assistenza alla vittima e sanzioni e percorsi rieducativi per l'autore.
Secondo il docente di diritto delle nuove tecnologie, Guido Scorza, il testo è "una brutta legge. Ha vinto la retorica, ha perso il buon senso". 
Per Cory Doctorow, giornalista e blogger canadese esperto di diritti digitali, se la legge entrasse in vigore in questa forma il "gestore del sito" (fornitori di contenuti su internet, esclusi gli access provider, i cache provider e i motori di ricerca) sarebbe obbligato a censurare anche solo una "presa in giro" qualora fosse considerata offensiva dalla persona presa di mira.
Alcuni ritengono addirittura che questa legge sia incompatibile con la Convenzione Europea dei diritti umani, che sancisce la libertà di opinione e anche, con la Direttiva europea 2000/31 sul commercio elettronico, che prevede meccanismi diversi per la rimozione dal web di contenuti illegittimi.
Altri sostengono che nel provvedimento prevalga l’aspetto repressivo e censorio perché chiunque si senta offeso o leso da un contenuto sulla rete che lo riguardi, può chiederne la rimozione senza che vi sia un criterio oggettivo nella procedura.