E-commerce, boom di frodi: nel mirino i servizi on demand

Nel 2016, oltre 1,61 miliardi di persone in tutto il mondo hanno acquistato beni online, ed il fatturato dell’e-commerce a livello mondiale è ammontato a 1.900 miliardi di dollari. Parallelamente, anche le frodi online sono in aumento, e il report Stripe rivela anche alcune novità: mentre le carte di credito dotate di chip hanno reso più sicuri gli acquisti nei negozi fisici, i truffatori prendono sempre più di mira quelli online, che, a differenza di quelli fisici, sono tenuti a pagare i costi associati alle frodi. Di fatto, ogni euro di ordini fraudolenti costa in media ad una impresa online 2.21 euro in più.
Stripe ha esaminato i dati relativi ad un intero anno, e tra i numerosi spunti è emerso che i tassi di frode variano radicalmente a seconda del paese di emissione della carta, ma si concentrano in giorni e fasce orarie in cui molte persone non fanno acquisti, per esempio il giorno di Natale o a tarda notte . Inoltre, i truffatori effettuano nuovi acquisti presso gli stessi venditori in breve tempo con la stessa carta e preferiscono i prodotti che non necessitano di consegna, o che possono essere consegnati in posti come edifici o parchi pubblici senza far suonare campanelli d’allarme, e che possono ottenere in breve tempo prima che le transazioni siano invalidate. Questi fattori possono spiegare la prevalenza delle frodi nell’area dei servizi on-demand, oltre che in quella dei beni di consumo di fascia bassa. 
Inoltre, è emerso che le carte di credito emesse in Argentina, Brasile, India, Malaysia, Messico e Turchia tendono a essere più soggette a frodi di quelle emesse in molti altri paesi. Ma anche le carte statunitensi, canadesi e francesi sono particolarmente vulnerabili.