Cybercrime, in Italia “bottino” da oltre 3 miliardi
Nel 2017 le vittime degli hackers nel mondo sono state quasi un miliardo. Nello stesso periodo i cyber criminali si sono impossessati indebitamente di 146,3 miliardi di Euro. Anche l’Italia rappresenta ormai un target importante per la malavita informatica che ha colpito 16 milioni di connazionali con un "bottino" di 3 miliardi e mezzo di euro.
La ricerca online, condotta su un campione di 22mila consumatori in 20 mercati diversi per conto di Norton Symatec, conferma che la criminalità informatica non solo sia un fenomeno in espansione a livello planetario, ma acquisisca, di anno in anno, strumenti e conoscenze sempre più sofisticate a fronte di un’utenza sempre più connessa, ma non ancora consapevole dei rischi che sta correndo e delle necessarie contromisure da adottare. Si conferma quanto sostenuto da una precedente rilevazione del Politecnico di Milano che, in un report dell’Osservatorio Security & Privacy, rileva una crescita del 12% degli attacchi sia in termini di numero che di frequenza. La particolarità dell’indagine Norton è quella di fornire dati quantitativi sull’entità e le caratteristiche dei crimini informatici, ma anche quella di gettare una luce sull’atteggiamento degli utenti nei confronti di questa nuova minaccia.
La grande maggioranza del campione, ritiene che debbano essere gli internet provider con le forze dell’ordine a garantire la sicurezza, trascurando, spesso, di adottare quelle misure base che ogni utente dovrebbe conoscere per proteggersi dagli attacchi. Il risultato è un’alta vulnerabilità ai malware (che ha colpito il 55% delle vittime in Italia), il furto di dati e informazioni personali (44% delle vittime) e l’involontaria cessione di dati in risposta a mail e messaggi trabocchetto (40%). Ancora limitato il fenomeno del ransomware circoscritto al 12 per cento delle vittime (nel mondo si sale al 17%) che non sono riuscite a "liberare" i propri dati nonostante il pagamento di un riscatto. Da non sottovalutare che 4 su 10 intervistati hanno denunciato un’intrusione nella propria rete domestica non adeguatamente protetta. E quando un hacker "buca" la rete WiFi può, in un istante, avere accesso a tutti i device connessi.
La ricerca online, condotta su un campione di 22mila consumatori in 20 mercati diversi per conto di Norton Symatec, conferma che la criminalità informatica non solo sia un fenomeno in espansione a livello planetario, ma acquisisca, di anno in anno, strumenti e conoscenze sempre più sofisticate a fronte di un’utenza sempre più connessa, ma non ancora consapevole dei rischi che sta correndo e delle necessarie contromisure da adottare. Si conferma quanto sostenuto da una precedente rilevazione del Politecnico di Milano che, in un report dell’Osservatorio Security & Privacy, rileva una crescita del 12% degli attacchi sia in termini di numero che di frequenza. La particolarità dell’indagine Norton è quella di fornire dati quantitativi sull’entità e le caratteristiche dei crimini informatici, ma anche quella di gettare una luce sull’atteggiamento degli utenti nei confronti di questa nuova minaccia.
La grande maggioranza del campione, ritiene che debbano essere gli internet provider con le forze dell’ordine a garantire la sicurezza, trascurando, spesso, di adottare quelle misure base che ogni utente dovrebbe conoscere per proteggersi dagli attacchi. Il risultato è un’alta vulnerabilità ai malware (che ha colpito il 55% delle vittime in Italia), il furto di dati e informazioni personali (44% delle vittime) e l’involontaria cessione di dati in risposta a mail e messaggi trabocchetto (40%). Ancora limitato il fenomeno del ransomware circoscritto al 12 per cento delle vittime (nel mondo si sale al 17%) che non sono riuscite a "liberare" i propri dati nonostante il pagamento di un riscatto. Da non sottovalutare che 4 su 10 intervistati hanno denunciato un’intrusione nella propria rete domestica non adeguatamente protetta. E quando un hacker "buca" la rete WiFi può, in un istante, avere accesso a tutti i device connessi.