Huawei: la realtà virtuale sarà la killer application del 5G
All'edizione 2017 del Global Mobile Broadband Forum, di scena a Londra, il colosso cinese annuncia la strategia sulle tecnologie wireless di nuova generazione: i profitti maggiori arriveranno dai contenuti associati alla realtà virtuale, da veicolare attraverso il cloud. Sempre più spazio dunque a droni, veicoli connessi e, a partire dal 2018, all'e-health.
Si parla molto di Internet of Things e di valore generato dalle interazioni degli utenti con gli oggetti, con i veicoli, con le smart city, e dagli sviluppi riguardanti e-health e smart manufacturing, ma con ogni probabilità l'applicazione che genererà più margini sarà la realtà virtuale in alta definizione: contenuti di intrattenimento, videogiochi, servizi geolocalizzati e telepresenza riceveranno una spinta enorme dalla maggiore disponibilità di banda e soprattutto dalla bassissima latenza offerte dai network 5G. Network virtuali, governati dall'intelligenza artificiale e in grado per questo di allocare le risorse di rete in funzione della priorità assegnata alle piattaforme e della loro congestione, garantendo qualità della connessione e user experience sempre appagante. Ne sono convinti in Huawei, dove le attività di ricerca e sviluppo a livello mondiale si concentrano in misura sempre maggiore sull'accessibilità che gli operatori telefonici potranno offrire ai clienti nell'era dell'"always on".
“Siamo convinti che la realtà virtuale sarà per il 5G ciò che l'iPhone è stato per le trasmissioni dati di vecchia generazione”, ha detto senza mezzi termini Peter Zhou, Chief Marketing Officer di Huawei Wireless Solution, parlando in occasione dell'edizione 2017 del Global Mobile Broadband Forum, tenutosi a Londra. Protagonisti dell'evento, come da tradizione, sono stati use case, prototipi e applicazioni pronte per la commercializzazione, che sfruttano le reti LTE per offrire esperienze e servizi di nuova generazione.
Il 4.5G può per esempio già abilitare il controllo a distanza di veicoli, nonché di macchinari industriali: all'Excel Center di Londra, location della manifestazione, era possibile salire su un piccolo bus in grado di muoversi lungo un percorso predefinito riconoscendo ed evitando ostacoli senza alcun intervento da parte di operatori umani. Un pullman attrezzato con display che monitoravano le performance di rete ha invece permesso ai giornalisti di verificare il funzionamento dell'Uplink/Downlink Decoupling, tecnica che consente di migliorare la copertura C-Band e potenziare l'uplink attraverso l'infrastruttura LTE già esistente. E durante uno dei keynote dei top manager Huawei è stato trasmesso in diretta da Canton in Cina il volo di un drone elettrico, l'Ehang 184, adibito al trasporto di un passeggero ma ancora in attesa di essere omologato. Il mezzo è solo uno dei molti progetti inseriti nel piano Digital Sky, che ha l'ambizione di ideare e proporre un nuovo approccio alla logistica e al trasporto urbano, basato per l'appunto sull'utilizzo dei droni.
Sarà comunque il 5G a cambiare completamente le regole del gioco, anche rispetto ai requisiti normativi. Peter Zhou e Yang Chaobin, President of 5G Product Line, l'hanno detto chiaramente: “Bisogna prima garantire una connettività affidabile e sicura, solo poi possiamo pensare di ottenere leggi che disciplinino l'adozione di massa di queste soluzioni”.
Il 5G e l'Internet delle Cose rischiano in realtà di aumentare il digital divide con i Paesi emeregenti, specialmente con quelli africani, dove, nonostante si registri ormai da anni un certo fermento dei servizi digitali abilitati dal mobile il ritardo nella creazione di un'infrastruttura adeguata e la difficile accessibilità anche ai terminali più economici rappresentano una grossa ipoteca sul futuro.
“Dal canto nostro, ciò che possiamo fare è promuovere modelli di business win-win, stimolando la sharing economy e la cooperazione on site tra carrier, per abbattere i costi e semplificare gli iter burocratici, offrendo le nostre soluzioni software per la massimizzazione delle performance di rete”, ha concluso Cao.
Si parla molto di Internet of Things e di valore generato dalle interazioni degli utenti con gli oggetti, con i veicoli, con le smart city, e dagli sviluppi riguardanti e-health e smart manufacturing, ma con ogni probabilità l'applicazione che genererà più margini sarà la realtà virtuale in alta definizione: contenuti di intrattenimento, videogiochi, servizi geolocalizzati e telepresenza riceveranno una spinta enorme dalla maggiore disponibilità di banda e soprattutto dalla bassissima latenza offerte dai network 5G. Network virtuali, governati dall'intelligenza artificiale e in grado per questo di allocare le risorse di rete in funzione della priorità assegnata alle piattaforme e della loro congestione, garantendo qualità della connessione e user experience sempre appagante. Ne sono convinti in Huawei, dove le attività di ricerca e sviluppo a livello mondiale si concentrano in misura sempre maggiore sull'accessibilità che gli operatori telefonici potranno offrire ai clienti nell'era dell'"always on".
“Siamo convinti che la realtà virtuale sarà per il 5G ciò che l'iPhone è stato per le trasmissioni dati di vecchia generazione”, ha detto senza mezzi termini Peter Zhou, Chief Marketing Officer di Huawei Wireless Solution, parlando in occasione dell'edizione 2017 del Global Mobile Broadband Forum, tenutosi a Londra. Protagonisti dell'evento, come da tradizione, sono stati use case, prototipi e applicazioni pronte per la commercializzazione, che sfruttano le reti LTE per offrire esperienze e servizi di nuova generazione.
Il 4.5G può per esempio già abilitare il controllo a distanza di veicoli, nonché di macchinari industriali: all'Excel Center di Londra, location della manifestazione, era possibile salire su un piccolo bus in grado di muoversi lungo un percorso predefinito riconoscendo ed evitando ostacoli senza alcun intervento da parte di operatori umani. Un pullman attrezzato con display che monitoravano le performance di rete ha invece permesso ai giornalisti di verificare il funzionamento dell'Uplink/Downlink Decoupling, tecnica che consente di migliorare la copertura C-Band e potenziare l'uplink attraverso l'infrastruttura LTE già esistente. E durante uno dei keynote dei top manager Huawei è stato trasmesso in diretta da Canton in Cina il volo di un drone elettrico, l'Ehang 184, adibito al trasporto di un passeggero ma ancora in attesa di essere omologato. Il mezzo è solo uno dei molti progetti inseriti nel piano Digital Sky, che ha l'ambizione di ideare e proporre un nuovo approccio alla logistica e al trasporto urbano, basato per l'appunto sull'utilizzo dei droni.
Sarà comunque il 5G a cambiare completamente le regole del gioco, anche rispetto ai requisiti normativi. Peter Zhou e Yang Chaobin, President of 5G Product Line, l'hanno detto chiaramente: “Bisogna prima garantire una connettività affidabile e sicura, solo poi possiamo pensare di ottenere leggi che disciplinino l'adozione di massa di queste soluzioni”.
Il 5G e l'Internet delle Cose rischiano in realtà di aumentare il digital divide con i Paesi emeregenti, specialmente con quelli africani, dove, nonostante si registri ormai da anni un certo fermento dei servizi digitali abilitati dal mobile il ritardo nella creazione di un'infrastruttura adeguata e la difficile accessibilità anche ai terminali più economici rappresentano una grossa ipoteca sul futuro.
“Dal canto nostro, ciò che possiamo fare è promuovere modelli di business win-win, stimolando la sharing economy e la cooperazione on site tra carrier, per abbattere i costi e semplificare gli iter burocratici, offrendo le nostre soluzioni software per la massimizzazione delle performance di rete”, ha concluso Cao.