Tlc & Media, scatta l’ora dell’intelligenza artificiale
"Se in questi ultimi dieci anni abbiamo assistito a un’accelerazione tecnologica spaventosa, nei prossimi dieci dobbiamo aspettarci una ulteriore spinta in avanti: da quest’anno, infatti, l’intelligenza artificiale diventa definitivamente una dimensione tecnologica abilitata e di massa, sia per quanto riguarda il mondo delle aziende, sia per i consumatori”. Così Alberto Donato, partner di Deloitte, illustra uno dei dati principali che emergono dalla diciassettesima edizione del report "Technology, Media & Telecommunications (Tmt) Predictions" della società.
Lo studio evidenzia che entro il 2020 saranno oltre 680 milioni gli abbonamenti digitali sottoscritti, con i consumatori che saranno progressivamente sempre più propensi a pagare per usufruire di contenuti. Entro cinque anni, inoltre, le vendite di smartphone potrebbero raggiungere gli 1,85 miliardi ogni anno, per un ammontare di cinque milioni di device venduti ogni giorno. Si prevede che aumenti anche il tasso di interazione tra gli utenti e i loro telefonini: lo studio sottolinea infatti che nel 2023 i possessori di uno smartphone interagiranno con il proprio telefono in media 65 volte al giorno, il 20% in più rispetto alla media di 50 volte al giorno del 2018. A favorire questa tendenza, prevede Deloitte, sarà principalmente un trend tecnologico in grande sviluppo: l’intelligenza artificiale.
Tra i trend tecnologici più interessanti lo studio mette in primo piano lo sviluppo del machine learning, con il numero di progetti pilota nelle imprese medio-grandi che nel 2018 raddoppierà rispetto al 2017, e che nel 2020 si moltiplicherà ulteriormente per due: di pari passo sono in crescita anche le previsioni di investimento in questo campo.
Un ruolo centrale è quello della crescita nel campo dei nuovi chip semiconduttori, che consentirà alle applicazioni di utilizzare meno energia e diventare più reattive, flessibili e performanti.
Quanto ai media, lo studio prevede che già nel 2018 la vendita di contenuti live online e digitali varrà 545 miliardi di dollari, con le dirette che acquisteranno sempre più peso rispetto al passato. Gli utenti saranno, con il passare del tempo, sempre più disposti a pagare per i contenuti digitali: nel 2018, infatti, secondo i dati Deloitte, il 50% degli adulti nei paesi sviluppati avrà sottoscritto almeno due abbonamenti a media digitali, destinati a diventare 4 nel 2020. Dei 580 milioni di abbonamenti sottoscritti da 350 milioni di utenti nel 2018, con un +20% anno su anno: 375 milioni riguardano servizi di video on demand, 150 milioni servizi di musica in streaming, 35 milioni giochi e 20 milioni notizie.
Entro la fine del 2023, il 90% degli adulti, che vivono nei paesi sviluppati, possederà almeno uno smartphone, toccando l’85% della popolazione tra i 55 e i 75 anni. Dati che lasciano intravedere anche la crescente preoccupazione dei consumatori: già nel 2018 secondo il report Deloitte il 45% degli adulti si porrà il tema del "digital detox", pensando a come limitare la propria dipendenza dagli smartphone.
In questo panorama generale è destinato a perdere peso l’uso della Tv, soprattutto nella fascia d’età tra i 18 e i 24 anni: ne 2018 si prevede un calo tra il 5% e il 15% in Usa, Canada e Uk.
Lo studio evidenzia che entro il 2020 saranno oltre 680 milioni gli abbonamenti digitali sottoscritti, con i consumatori che saranno progressivamente sempre più propensi a pagare per usufruire di contenuti. Entro cinque anni, inoltre, le vendite di smartphone potrebbero raggiungere gli 1,85 miliardi ogni anno, per un ammontare di cinque milioni di device venduti ogni giorno. Si prevede che aumenti anche il tasso di interazione tra gli utenti e i loro telefonini: lo studio sottolinea infatti che nel 2023 i possessori di uno smartphone interagiranno con il proprio telefono in media 65 volte al giorno, il 20% in più rispetto alla media di 50 volte al giorno del 2018. A favorire questa tendenza, prevede Deloitte, sarà principalmente un trend tecnologico in grande sviluppo: l’intelligenza artificiale.
Tra i trend tecnologici più interessanti lo studio mette in primo piano lo sviluppo del machine learning, con il numero di progetti pilota nelle imprese medio-grandi che nel 2018 raddoppierà rispetto al 2017, e che nel 2020 si moltiplicherà ulteriormente per due: di pari passo sono in crescita anche le previsioni di investimento in questo campo.
Un ruolo centrale è quello della crescita nel campo dei nuovi chip semiconduttori, che consentirà alle applicazioni di utilizzare meno energia e diventare più reattive, flessibili e performanti.
Quanto ai media, lo studio prevede che già nel 2018 la vendita di contenuti live online e digitali varrà 545 miliardi di dollari, con le dirette che acquisteranno sempre più peso rispetto al passato. Gli utenti saranno, con il passare del tempo, sempre più disposti a pagare per i contenuti digitali: nel 2018, infatti, secondo i dati Deloitte, il 50% degli adulti nei paesi sviluppati avrà sottoscritto almeno due abbonamenti a media digitali, destinati a diventare 4 nel 2020. Dei 580 milioni di abbonamenti sottoscritti da 350 milioni di utenti nel 2018, con un +20% anno su anno: 375 milioni riguardano servizi di video on demand, 150 milioni servizi di musica in streaming, 35 milioni giochi e 20 milioni notizie.
Entro la fine del 2023, il 90% degli adulti, che vivono nei paesi sviluppati, possederà almeno uno smartphone, toccando l’85% della popolazione tra i 55 e i 75 anni. Dati che lasciano intravedere anche la crescente preoccupazione dei consumatori: già nel 2018 secondo il report Deloitte il 45% degli adulti si porrà il tema del "digital detox", pensando a come limitare la propria dipendenza dagli smartphone.
In questo panorama generale è destinato a perdere peso l’uso della Tv, soprattutto nella fascia d’età tra i 18 e i 24 anni: ne 2018 si prevede un calo tra il 5% e il 15% in Usa, Canada e Uk.