Smart working: in Italia cresce il numero dei lavoratori “agili”

I dati presentati il 12 ottobre nel convegno (Smart) Work in progress! arrivano dall'Osservatorio Polimi e mettono in luce la buona accelerazione dello Smart Working nel 2016. Alle imprese e ai lavoratori italiani, il lavoro agile piace e ad oggi sono più di 250mila le persone coinvolte. Il promo dato importante è la crescita del 40% rispetto al 2013.
Ma chi sceglie lo smart working?
Nel 69 % dei casi è un uomo con un'età media di 41 anni, residente al Nord dove la percentuale è del 52%, mentre al centro Italia è intorno al 38% e il Meridione è fanalino di coda con il 10%.
Ad aver adottato il lavoro agile e realizzato, nel 2016, progetti strutturati è il 30% delle grandi imprese, quasi il doppio rispetto allo scorso anno e si può aggiungere anche un 11% che dichiara di lavorare in modalità “agili” senza aver introdotto un progetto strutturato nell’organizzazione. Le Pmi, invece, probabilmente per una scarsa conoscenza dei possibili benefici, non utilizzano la modalità smart e la diffusione è invariata con il 5% e con un 13% che lo usa senza progetti strutturati e un 18% che inizia a pensare di introdurlo in azienda.
Lo sviluppo dello Smart Working in Italia può essere ancora più pervasivo, ma a condizione che:
cresca l’interesse nelle Pmi; sia introdotto con più decisione nella PA, che con la diffusione di modelli flessibili prevista nella riforma Madia ha sicuramente mosso i primi passi, ma non è ancora sufficiente; che si sviluppino progetti più slegati agli orari di lavoro e con sistemi di valutazione legati agli obiettivi; la Digital Transformation e, infine, l'estensione ai nuovi profili dell’Industria 4.0, di lavori che oggi appaiono molto distanti.
Lo Smart Working nelle grandi aziende può crescere ancora, ma ci vuole un salto culturale del management, uno stile di leadership che preveda coinvolgimento di tutti nel processo decisionale e delega ai collaboratori, comportamenti delle persone caratterizzati da proattività e intelligenza collaborativa.
L'analisi dell'Osservatorio Smart Working valuta anche il punto di vista dei lavoratori e rileva un buon grado di soddisfazione degli Smart Worker che sono, in media, più soddisfatti rispetto ai lavoratori tradizionali sia per lo sviluppo professionale che per la carriera. Il 41% valuta addirittura eccellente la propria capacità di sviluppare abilità e conoscenze utili a un’evoluzione professionale. Le donne, rispetto agli uomini, esprimono un grado di soddisfazione maggiore e sono molto più soddisfatte delle loro colleghe che lavorano in ufficio. Soddisfazione anche per gli effetti sulle performance professionali. Gli Smart Worker, poi, sono veramente contenti della loro capacità di gestire lavoro e privato.
Infine l’osservatorio pone l’accento sulla necessita di incoraggiare gli investimenti in tecnologie. Lo sviluppo dello smart working, infatti, è indissolubilmente legato alle tecnologie digitali che consentono il lavoro in mobilità, la comunicazione, la collaborazione e la condivisione di conoscenza.