Roaming a tempo determinato, dopo le proteste forse si torna indietro 

Il limite dei 90 giorni ha sollevato le polemiche dei consumatori e forse ci saranno cambiamenti.  Lunedì è arrivata la proposta di garantire tariffe identiche a quelle nazionali "per almeno 90 giorni" e dopo 5 giorni il presidente della Commissione sembra intenzionato a cambiare programma. L'iniziativa della Commissione di limitare a 90 giorni neanche ininterrotti, nasceva dall'esigenza di bloccare i cosiddetti "furbetti" del cellulare. L'Europa non vuole rischiare che una persona residente stabilmente in un paese possa comprare la sim di un paese che abbia tariffe più convenienti e usarla a casa propria per tutto l'anno. L'Unione, invece, vuole che tariffe identiche a quelle nazionali siano assicurate ai viaggiatori per lavoro, studio, turismo o che si spostano per motivi di salute. Un portavoce della Commissione ha lasciato intendere che Juncker vuole estendere ad un periodo più ampio di 90 giorni e far redigere un testo meno complicato. Ecco diverse reazioni al dietrofront della Commissione. l'associazione dei consumatori Beuc ha dichiarato che la proposta della Ue oltre a non garantire la fine del roaming come promesso, non era utile a costruire il mercato unico digitale. Anche il mondo politico mostra soddisfazione e invita la Commissione a prendere decisioni più coraggiose che tutelino i cittadini. Le società di telecomunicazioni, riunite nell'associazione Etno, invece, come è prevedibile pregano Bruxelles di ridurre ulteriormente il periodo di durata delle tariffe paritarie. 90 giorni sono anche troppi e consentono possibili abusi. Insomma, al momento è tutto da decidere e quando ci sarà una nuova proposta di regolamentazione, riprenderà il dibattito. Dovranno esprimersi i Garanti europei riuniti nel Berec, poi gli Stati dell'Unione europea dovranno approvare le norme e infine ci sarà la decisione, si spera in tempi brevi, del Parlamento europeo.