Giappone: romanzo scritto da robot selezionato per un premio letterario

Queste le parole che concludono il romanzo: «Il computer, dando priorità al perseguimento della propria felicità, smise di lavorare per gli umani». Inquietante? Un pochino. Se fino ad oggi abbiamo creduto che l'intelligenza artificiale non potesse insidiare la principale caratteristica degli umani: la creatività, questa news del robot che, anche se con l'aiuto di una squadra di scienziati, è riuscito ad arrivare a un passo dalla vittoria, ci può preoccupare sul serio.
Hitoshi Matsubara e la sua equipe hanno ammesso che almeno per l'80% dell'opera è frutto della loro "collaborazione". Hanno scelto parole e frasi da un romanzo già esistente e dato idee per trama e personaggi, ma il robot ha poi scritto il romanzo. Il premio letterario, neanche a dirlo è dedicato al famoso scrittore di fantascienza Hoshi Shinichi morto nel 1997 e autore, tra l'altro, de: Il robot furbetto.
«Sono rimasto sorpreso da questo libro», ha ammesso il romanziere Satoshi Hase. «È un romanzo ben strutturato. Ma ha ancora dei problemi da superare per vincere il premio, come ad esempio la descrizione dei personaggi». Menomale! Fa piacere sapere che i sentimenti, le emozioni sono ancora prerogativa della nostra specie, ma per quanto ancora?
In ogni caso Il giorno in cui un computer scrive un romanzo, il titolo per la verità non brilla per originalità, è il primo scritto a superare il test letterario di Turing ideato nel 1950 per poter riconoscere uno scritto creato da un essere umano da uno prodotto da un programma software.
Sempre in tema di intelligenza artificiale, non è trascorso molto tempo da quando il programma Google «AlphaGo» ha battuto il campione Lee Sedol al gioco di Go. Consola il fatto che il software aveva in "pancia" il repertorio di gioco del campione e quindi possiamo tirare un sospiro di sollievo visto che il robot non ha inventato ancora nulla!
Nei giorni scorsi, invece, Microsoft ha dovuto sospendere in tutta fretta il suo chat-bot Tay. L'avatar della ragazza, in un solo giorno, è diventata una voce razzista, anti-femminista e negazionista dell'Olocausto che ha infiammato il web. Ma come è accaduto? Facile, la ragazza virtuale parlava basandosi sui numerosi tweet inviati da un gruppo di troll che le "passava" le idee da censura.
L'intelligenza artificiale è a un passo dal prendere il posto di quella propria del genere umano? Ancora no, ma per quanto?

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