Cambridge Analytica, Facebook nella bufera: giù il titolo. Pressing dell’Europa

Il caso Cambridge Analytica getta Facebook nella bufera. La società di analisi, che ha lavorato per la campagna di Trump e della Brexit, ha avuto accesso ai dati degli elettori americani e, secondo due inchieste parallele del Guardian e del New York Times, li ha usati per scopi elettorali. Le inchieste hanno costretto il social, oltre che a chiudere il profilo della società di analisi, a difendersi dalle accuse di non tutelare abbastanza la privacy dei suoi utenti. Accuse mosse da un gruppo di parlamentari Usa e Ue che chiedono conto direttamente a Mark Zuckerberg dell’accaduto mentre la Commissione Europea definisce la pratica "orripilante". E non va meglio in Borsa: a Wall Street il social sta sperimentando la sua giornata peggiore dal 24 settembre 2012. I titoli sono arrivati a perdere oltre il 7,5%.
"La gente decide di condividere i dati con app e se queste app non rispettano gli accordi con noi e con gli utenti è un abuso, ma non un furto di dati", spiega Andrew Bosworth, manager di Facebook. Il riferimento è alla app "thisisyourdigitallife" che prometteva di produrre profili psicologici e di previsione comportamentale, basandosi sulle attività online.
Per usare la app, sviluppata nel 2015 dal ricercatore dell’Università di Cambridge Aleksandr Kogan, gli utenti dovevano collegarsi utilizzando Facebook Login, sistema che permette di iscriversi a un sito senza la necessità di creare nuovi username e password ma utilizzando una verifica controllata da Facebook.
L’applicazione ottiene l’accesso a indirizzo e-mail, età, sesso e altre informazioni contenute nel profilo Facebook. Fino a qualche tempo fa il social permetteva ai gestori delle applicazioni di raccogliere anche alcuni dati sulla rete di amici dell’utente iscritto ma poi l’azienda cambiò i suoi sistemi, in modo che le reti di amici non fossero più accessibili.
Dal 2015 Kogan ha condiviso con Cambridge Analytica i profili dei 270mila iscritti a "thisisyourdigitallife" arrivando ad archiviare informazioni di vario tipo su 50 milioni di utenti tramite la rete di amici – la stima è del Guardian – violando i termini d’uso di Facebook che vieta ai proprietari di app di condividere con società terze i dati raccolti. Secondo le accuse Cambridge Analytica ha usato questi dati per mettere a punto un software per prevedere e influenzare le scelte elettorali.
Il profilo social della società è stato bloccato da Facebook con l’accusa di aver incamerato quella enorme massa di informazioni personali senza autorizzazione, contravvenendo alle politiche del social network, che vietano la vendita o l’uso dei dati personali per pubblicità.
Gli esperti di data protection avvertono del pericolo della fuga di dati, specialmente nelle campagne elettorali.