Wi-Fi si, no, forse
I primi inciampi per la diffusione del Wi-Fi pubblico sono arrivati dalle leggi anti-terrorismo, che ne impedivano la diffusione, poi c’è stata la grande espansione del Wi-Fi pubblico e la richiesta ai privati di realizzare collegamenti in ogni spazio aperto al pubblico: dai centri commerciali, fino ai cimiteri. Da qualche tempo però, stiamo assistendo al progressivo cambio di passo rispetto a questa pervasività, anzi ad una vera e propria battuta d’arresto. I comitati di genitori e presidi hanno iniziato a spegnere il Wi-Fi all'interno degli edifici scolatici per ridurre la portata delle onde elettromagnetiche che oltre alla possibile nocività davano l’opportunità agli studenti di essere "sempre online" e, quindi, distratti dalle lezioni. Anche le Amministrazioni Comunali stanno decidendo di limitarne l’uso e Torino è una di queste La Appendino, sensibile alle posizioni del suo movimento politico sta limitando la diffusione del Wi-Fi pubblico. L’amministrazione comunale di Pordenone, invece, ha deciso di limitare il Wi-Fi nelle aree pubbliche perché immigrati e i profughi con i loro smartphone si concentrano in alcune aree coperte dal Wi-Fi comunale e questo crea "bivacchi" inaccettabili. Le motivazioni vanno dalla tutela della salute, al pensiero politico fino all’ordine pubblico, ma il risultato è che in pochi mesi, ciò che sembrava un successo per lo sviluppo sociale, sta diventando oggetto di ripensamenti nonostante gli investimenti già sostenuti.