Soro in Parlamento per la relazione annuale
Antonello Soro ha presentato al Parlamento la relazione annuale. Il trattamento dei dati online, la loro sicurezza e il rispetto dei diritti e della privacy dei titolari di queste informazioni, questi i principi diffusamente trattati nella relazione. Temi che, in epoca di big data e Internet of Things, devono essere considerati e garantiti se si vogliono evitare conseguenze pericolose.
Soro ha detto: "Dalle tradizionali forme di monitoraggio in rete dei nostri comportamenti siamo passati ad ancor più sofisticati sistemi di analisi dei social network o all'uso di app intelligenti che anticipano, in modo proattivo, le nostre richieste. Si pone un generale problema di libertà, se nell'economia fondata sui dati non siamo capaci di proteggere i dati".
Ha poi posto l’accento sulla necessità di tutelare i dati della Sanità: “La perdita, la sottrazione e l'alterazione di un dato sanitario mette a rischio banche dati essenziali e, insieme, viola quanto di più intimo vi è nella persona, esponendola a gravi discriminazioni – afferma – La carente sicurezza dei dati e dei sistemi può rappresentare una causa esiziale di malasanità mentre, per converso, la protezione dei dati e dei sistemi è un fattore determinante di efficienza sanitaria. La vulnerabilità del dato sanitario rischia di determinare errori diagnostici o terapeutici, con conseguenze anche letali”. “La tutela del paziente da queste nuove vulnerabilità deve essere un obiettivo centrale per un sistema sanitario in cui parallelamente alle opportunità crescono i rischi, tra moltiplicazione delle biobanche, servizi cloud, assistenza sanitaria transfrontaliera, telematizzazione dei percorsi diagnostici, genomica e interoperabilità delle cartelle cliniche".
Altro punto trattato nella relazione il fenomeno cybercrime: “La criminalità informatica – ha detto – ha assunto dimensioni inquietanti”. E man mano che si affermerà in modo crescente l’Internet delle cose, potrà arrivare a compromettere la sicurezza fisica delle persone". Ha parlato dei costi del cybercrime che pesa sull’economia mondiale per 500 miliardi di euro l’anno. Ha anche rilevato che alla consapevolezza dei rischi crescenti non si accompagna una maggiore attenzione verso politiche di protezione dei dati e dei sistemi". E riferendosi alle aziende: “Risulta davvero inspiegabile la refrattarietà di molte imprese a proteggere il loro patrimonio informativo. La sicurezza digitale è infatti uno degli asset strategici e la protezione dei dati è un nuovo fattore di vantaggio competitivo.
La relazione ha anche informato sul nuovo regolamento europeo in tema di protezione dei dati: “Nel momento in cui si fanno più forti le spinte anacronistiche a creare 'barriere' nella libera circolazione di beni e persone, il nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati personali raggiunge l'ambizioso obiettivo di assicurare una disciplina armonizzata tra gli Stati membri”.
Un passaggio della relazione ha poi riguardato il telemarketing, dove "si continua a registrare un'incontenibile aggressività degli operatori che arriva a compromettere seriamente la tranquillità individuale e familiare”.
Soro ha detto: "Dalle tradizionali forme di monitoraggio in rete dei nostri comportamenti siamo passati ad ancor più sofisticati sistemi di analisi dei social network o all'uso di app intelligenti che anticipano, in modo proattivo, le nostre richieste. Si pone un generale problema di libertà, se nell'economia fondata sui dati non siamo capaci di proteggere i dati".
Ha poi posto l’accento sulla necessità di tutelare i dati della Sanità: “La perdita, la sottrazione e l'alterazione di un dato sanitario mette a rischio banche dati essenziali e, insieme, viola quanto di più intimo vi è nella persona, esponendola a gravi discriminazioni – afferma – La carente sicurezza dei dati e dei sistemi può rappresentare una causa esiziale di malasanità mentre, per converso, la protezione dei dati e dei sistemi è un fattore determinante di efficienza sanitaria. La vulnerabilità del dato sanitario rischia di determinare errori diagnostici o terapeutici, con conseguenze anche letali”. “La tutela del paziente da queste nuove vulnerabilità deve essere un obiettivo centrale per un sistema sanitario in cui parallelamente alle opportunità crescono i rischi, tra moltiplicazione delle biobanche, servizi cloud, assistenza sanitaria transfrontaliera, telematizzazione dei percorsi diagnostici, genomica e interoperabilità delle cartelle cliniche".
Altro punto trattato nella relazione il fenomeno cybercrime: “La criminalità informatica – ha detto – ha assunto dimensioni inquietanti”. E man mano che si affermerà in modo crescente l’Internet delle cose, potrà arrivare a compromettere la sicurezza fisica delle persone". Ha parlato dei costi del cybercrime che pesa sull’economia mondiale per 500 miliardi di euro l’anno. Ha anche rilevato che alla consapevolezza dei rischi crescenti non si accompagna una maggiore attenzione verso politiche di protezione dei dati e dei sistemi". E riferendosi alle aziende: “Risulta davvero inspiegabile la refrattarietà di molte imprese a proteggere il loro patrimonio informativo. La sicurezza digitale è infatti uno degli asset strategici e la protezione dei dati è un nuovo fattore di vantaggio competitivo.
La relazione ha anche informato sul nuovo regolamento europeo in tema di protezione dei dati: “Nel momento in cui si fanno più forti le spinte anacronistiche a creare 'barriere' nella libera circolazione di beni e persone, il nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati personali raggiunge l'ambizioso obiettivo di assicurare una disciplina armonizzata tra gli Stati membri”.
Un passaggio della relazione ha poi riguardato il telemarketing, dove "si continua a registrare un'incontenibile aggressività degli operatori che arriva a compromettere seriamente la tranquillità individuale e familiare”.