Come ti svento la truffa online

Un ordine sospetto, una carta di credito sottratta al legittimo proprietario e una startup che non si è lasciata abbindolare da un ordine goloso di quasi tremila euro: sono questi gli ingredienti di una truffa tentata e sventata nel circuito dell’ecommerce.
Martedì scorso, a mezzanotte meno dieci, sui server di Ricompro, società di Milano specializzata nella vendita di telefoni cellulari ricondizionati, arriva l’offerta per l’acquisto di tre iPhone X. Valore dell’ordine: 2.700 euro. "Ci è sembrato un ordine sospetto, a quell’ora in genere comprano i privati, mentre quello era del calibro di un’azienda", spiega a Wired Fabian Thobe, amministratore delegato di Ricompro. Fiutata la puzza di truffa, in azienda scattano i controlli. "Innanzitutto abbiamo verificato se il cliente avesse fatto più tentativi di pagamento e la quantità di carte di credito usate", prosegue Thobe.
Si scopre che il compratore, H.D., 28 anni, un passato da programmatore, ha già tentato di accaparrarsi una serie di smartphone in vendita sul sito, ma senza successo.
Tre tentativi di acquisto non sono andati a buon fine e le banche hanno bloccato i pagamenti. A questi si aggiungono altre due transazioni per i tre iPhone di ultima generazione. Scatta il campanello d’allarme: frode. Dalle verifiche emerge che H.D. ha usato carte diverse per mettere a segno i suoi ordini. "Voleva comprare quanta più merce possibile", prosegue Thobe. È un metodo comune nella truffa online.
Il truffatore fa acquisti a ripetizione per verificare quanto credito abbia a disposizione e per svuotare il conto, prima che il legittimo proprietario si accorga e annulli i pagamenti.
Da Ricompro prendono tempo. Chiedono documenti di verifica: carta di identità, carta di credito con le prime dodici cifre coperte, partita Iva e codice fiscale. "Normalmente spediamo la merce lo stesso giorno lavorativo, ma in casi come questo aspettiamo fino a 72 ore", aggiunge Thobe. A un nuovo giro di controlli, le anomalie aumentano. H.D. spedisce la sua carta di identità, con un nominativo diverso da quello della carta di credito. Accampa, come scusa, che stia effettuando l’acquisto per il suo datore di lavoro. Tuttavia quando Ricompro contatta la Banca popolare di Milano, che ha emesso la carta, risale al legittimo proprietario che sconfessa i tentati acquisti.
A quel punto la truffa è smascherata e scatta l’abbocco dell’impostore. Il giorno successivo Thobe fissa un incontro negli uffici della startup per la consegna della merce, di concerto con i carabinieri. Tre militari in borghese presidiano la sede della startup. Il truffatore tratta il prezzo, conclude l’acquisto, ma, dopo aver pagato, scatta l’arresto.
Quella a Ricompro non era la prima truffa tentata da H.D.. Nei giorni precedenti aveva messo in piedi frodi per oltre 12mila euro e 27 tentativi di shopping disonesto, con varie carte di credito ritrovate nel suo appartamento a Cinisello Balsamo, alle porte di Milano.