Gli operatori prendono tempo, il ddl concorrenza non decolla

Il disegno di legge appena approvato introduce vantaggi per i consumatori, dal tetto dei 24 mesi per i contratti telefonici alle disdette semplificate, fino a nuove tutele contro le truffe sugli abbonamenti, ma le compagnie telefoniche chiedono tempo per adeguarsi, e le nuove norme, di fatto, non vengono attuate.
E' una sorpresa perché a leggere il testo della norma – che da due anni attendeva di essere approvata – i nuovi diritti sembravano cosa fatta ed avrebbero rappresentato la più grande rivoluzione in materia, dai tempi del decreto Bersani del 2002 sulle liberalizzazioni. Purtroppo ancora non si sa quando gli utenti potranno esercitare questi diritti.
In particolare, per quel che riguarda la disdetta semplificata, la norma prescrive che debba avvenire con le stesse modalità dell’attivazione del contratto, quindi non più solo via lettera raccomandata (lenta e costosa), ma anche online, al telefono, nei negozi. Tutti gli operatori telefonici si dicono impegnati per consentire la disdetta nei negozi, via internet o al telefono e che, per rendere sicure ed affidabili le modalità a distanza, si riservano di consultarsi con Agcom.
Ancora tutto fermo anche sul diritto di pagare le chiamate a numeri “non geografici” (come i call center, per esempio) solo a partire dalla risposta dell’operatore: in questo caso si attende l’avvio di un tavolo di lavoro con i gestori dei servizi che fanno capo a quel tipo di numerazione.
Per ciò che riguarda l'argomento truffe, la norma stabilisce che un abbonamento a servizi premium sia attivabile solo con “l’espresso consenso” dell’utente. Il riferimento è alla piaga dei servizi (suonerie, giochi…) che si attivano sul cellulare senza il reale consenso dell’utente, durante la normale navigazione. Gli operatori sostengono che i propri sistemi informatici già richiedono il “consenso espresso”, anche se, a quanto riferiscono le associazioni dei consumatori, alcuni servizi riescono a carpire con l’inganno il clic di attivazione.
Di fatto limitata a 24 mesi la durata massima dei contratti, attualmente quelli che includono un cellulare hanno mediamente una durata di 30 mesi, e gli operatori hanno bisogno di tempo per adeguarsi alla norma.
Così, tra pareri dell’Autorità e tempi tecnici di adeguamento, gli utenti ancora non possono godere dei nuovi e sostanziali diritti introdotti dalla norma il mese scorso.