Truffe, il pacemaker aiuta le indagini 

Ha chiamato i servizi d'emergenza perché la sua casa era in fiamme e un signore dell’Ohio, nonostante il fuoco, è comunque riuscito a salvare molte cose. L'incendio ha provocato danni ingenti, fortunatamente però non ci sono state vittime, ma il racconto non finisce qui.  
Il seguito sta tutto nelle indagini. Gli inquirenti hanno da subito rilevato una serie di incongruenze nell'incendio e molte contraddizioni nelle dichiarazioni della vittima. A questo punto hanno chiesto ed ottenuto l’autorizzazione ad accedere ai dati del pacemaker dell'uomo; una richiesta fuori dal comune che però ha prodotto frutti forse anche insperati. Il dispositivo per la regolazione del ritmo cardiaco, infatti, ha una memoria cronologica digitale e il contenuto si può scaricare per eseguire i controlli da parte dei medici, in questo caso, però la loro analisi è servita alla polizia per incriminare l’uomo del reato di incendio doloso e frode assicurativa.
Numero di pulsazioni, attivazioni del pacemaker, ritmi cardiaci prima, durante e dopo l'incendio, non corrispondevano alle amozioni e alle paure di una persona sorpresa dal fuoco e questo lo ha incastrato perché i dati sono stati considerati l’elemento probatorio principale. C’erano anche altri indizi a suo carico, ma il dispositivo con i dati del battito cardiaco ha avuto un gran peso nelle indagini e ai fini dell’incriminazione.
Gli inquirenti hanno a disposizione uno strumento d'indagine in più e oltre a smascherare i malfattori potrebbe anche complicare la vita a persone che vogliono mantenere un segreto e che invece potrebbero essere traditi dal dispositivo che hanno indosso.
Oltre al pacemaker oggi sono molti gli apparati che possono dare informazioni anche su aspetti e situazioni molto personali. Il pensiero corre subito a smartwatch e braccialetti per il fitness che tanto ci piace indossare!
Questi dispositivi raccolgono dati che possono diventare informazioni molto interessanti per azioni commerciali mirate e anche di controllo. Un giorno, ad esempio, potremmo ricevere la richiesta della nostra compagnia assicurativa di aumento del premio della polizza sulla salute perché, entrando in possesso dei nostri dati, ha scoperto che siamo poco inclini a fare moto o, peggio, che il nostro cuore fa qualche capriccio. Fantascienza? No, semplice sottrazione di dati sensibili. Per non rischiare troppo, o anche solo per limitare i danni, sarà utile attivare il blocco delle funzioni di raccolta di dati dei nostri dispositivi.