Scena del crimine, se Google condivide la tua posizione con la polizia
Per risolvere diversi casi di crimini, la polizia della città di Raleigh, in Carolina del Nord, Stati Uniti, avrebbe chiesto a Google di fornire i dati specifici sulla posizione delle persone che si trovavano nelle zone prossime a dove erano avvenuti i reati. Google ha fornito queste informazioni, nonostante la richiesta abbia coinvolto anche migliaia di persone che nulla avevano a che fare con il caso. La loro unica responsabilità era quella di trovarsi in quella zona, in quel momento.
Mountain View ha fornito la posizione dei dispositivi, presenti in quella zona, utilizzando diversi tipi di tracciamento: non solo la geolocalizzazione degli smartphone, ma anche i collegamenti a una rete Wi-Fi o alla comune rete telefonica. Dalla richiesta di informazioni anonime su un gruppo di account si è passati, a cascata, a quella di dati in chiaro (nome, data di nascita, numero di telefono), in base ai sospetti sulle loro posizioni.
Secondo Wral, che per primo ha riportato la notizia, le informazioni sono state raccolte utilizzando non solo dispositivi che montassero una qualche versione del sistema operativo Android ma anche ogni altro tipo, a patto che quel telefono stesse utilizzando un qualche servizio di Google. Secondo la testata, almeno in quattro casi, risalenti al 2017, la polizia ha richiesto e ottenuto dai giudici mandati di questo tipo, utili a obbligare Google a fornire account non di sospettati ma di qualsiasi dispositivo che si trovasse nei pressi della scena del crimine.
Mountain View ha fornito la posizione dei dispositivi, presenti in quella zona, utilizzando diversi tipi di tracciamento: non solo la geolocalizzazione degli smartphone, ma anche i collegamenti a una rete Wi-Fi o alla comune rete telefonica. Dalla richiesta di informazioni anonime su un gruppo di account si è passati, a cascata, a quella di dati in chiaro (nome, data di nascita, numero di telefono), in base ai sospetti sulle loro posizioni.
Secondo Wral, che per primo ha riportato la notizia, le informazioni sono state raccolte utilizzando non solo dispositivi che montassero una qualche versione del sistema operativo Android ma anche ogni altro tipo, a patto che quel telefono stesse utilizzando un qualche servizio di Google. Secondo la testata, almeno in quattro casi, risalenti al 2017, la polizia ha richiesto e ottenuto dai giudici mandati di questo tipo, utili a obbligare Google a fornire account non di sospettati ma di qualsiasi dispositivo che si trovasse nei pressi della scena del crimine.