Sorpresa: gli italiani sono attenti alle cyberminacce digitali
Uno studio realizzato da IBM, che ha coinvolto 2000 persone distribuite tra Stati Uniti, Francia, Italia, Germania, Spagna e Regno Unito, smentisce che gli italiani siano un popolo arretrato e poco incline all'utilizzo delle nuove tecnologie.
Infatti, il 79% dei nostri concittadini dichiara di trovarsi perfettamente a proprio agio con le nuove tecnologie e il 64% cerca di incorporarle in ogni aspetto della propria vita quotidiana. Negli altri Stati non si arriva al 70%, confermando un altro luogo comune che ci riguarda, quello secondo il quale tendiamo a essere un popolo che abbraccia le novità in massa e senza remore dopo un primo periodo di diffidenza.
La ricerca ci stupisce, inoltre, evidenziando la sensibilità che gli italiani dimostrano nei confronti della sicurezza online. Insieme ai tedeschi siamo il popolo che usa più password diverse per i servizi online, stabilendo addirittura il record nell'utilizzo dei programmi di password manager.
Addirittura, la sicurezza è la nostra principale preoccupazione quando usiamo le app per fare investimenti finanziari, gestire le spese quotidiane, comprare online e condividere documenti di lavoro, classificandoci al primo posto per attenzione agli attacchi informatici in quattro categorie su sette.
Meno pressanti appaiono i nostri bisogni di privacy, in quanto siamo tra i Paesi con la percentuale di preoccupazione minore in tema di dati personali, e sembriamo far fatica anche ad accettare i fastidi introdotti dalla doppia autenticazione, una misura indispensabile al giorno d'oggi per evitare furti d'identità. Sebbene gli italiani siano i più propensi a usare metodi di autenticazione biometrica, come riconoscimento facciale e impronte digitali, ci piazziamo solo a metà classifica nella volontà di attivare l'autenticazione a due fattori nei siti che visitiamo più spesso.
Nel 49% dei casi (contro il 40% di media Ue e il 30% di media USA) gli intervistati hanno affermato di essere sempre tra i primi della loro compagnia ad adottare le nuove tecnologie, ma potrebbe esserci un bias nella scelta del campione. I risultati positivi restano, ma potrebbero essere leggermente falsati dal fatto che gli italiani intervistati siano meno rappresentativi dell'uomo comune rispetto a quanto avvenuto in altre nazioni.
L’allarme, in ogni caso, resta alto: gli italiani hanno scaricato quasi il doppio di app maligne rispetto all'anno precedente. L'Italia rimane anche una delle nazioni maggiormente colpite dai ransomware.
Secondo quanto emerge da un report sulle minacce informatiche, che hanno colpito l'Italia (dal titolo "Il paradosso delle minacce cyber" a cura dei laboratori Trend Micro), il 2017 ha registrato una crescita globale dei ransomware, delle truffe Business Email Compromise e dei fenomeni di mining delle criptovalute. Questi trend continueranno nel 2018, i cybercriminali progetteranno sempre più nel dettaglio i loro attacchi, per avere dei guadagni sempre maggiori e l'entrata in vigore del GDPR provocherà una nuova ondata di tentativi di estorsione, facendo alzare le richieste di riscatto, che si avvicineranno a quelle delle eventuali multe.
Infatti, il 79% dei nostri concittadini dichiara di trovarsi perfettamente a proprio agio con le nuove tecnologie e il 64% cerca di incorporarle in ogni aspetto della propria vita quotidiana. Negli altri Stati non si arriva al 70%, confermando un altro luogo comune che ci riguarda, quello secondo il quale tendiamo a essere un popolo che abbraccia le novità in massa e senza remore dopo un primo periodo di diffidenza.
La ricerca ci stupisce, inoltre, evidenziando la sensibilità che gli italiani dimostrano nei confronti della sicurezza online. Insieme ai tedeschi siamo il popolo che usa più password diverse per i servizi online, stabilendo addirittura il record nell'utilizzo dei programmi di password manager.
Addirittura, la sicurezza è la nostra principale preoccupazione quando usiamo le app per fare investimenti finanziari, gestire le spese quotidiane, comprare online e condividere documenti di lavoro, classificandoci al primo posto per attenzione agli attacchi informatici in quattro categorie su sette.
Meno pressanti appaiono i nostri bisogni di privacy, in quanto siamo tra i Paesi con la percentuale di preoccupazione minore in tema di dati personali, e sembriamo far fatica anche ad accettare i fastidi introdotti dalla doppia autenticazione, una misura indispensabile al giorno d'oggi per evitare furti d'identità. Sebbene gli italiani siano i più propensi a usare metodi di autenticazione biometrica, come riconoscimento facciale e impronte digitali, ci piazziamo solo a metà classifica nella volontà di attivare l'autenticazione a due fattori nei siti che visitiamo più spesso.
Nel 49% dei casi (contro il 40% di media Ue e il 30% di media USA) gli intervistati hanno affermato di essere sempre tra i primi della loro compagnia ad adottare le nuove tecnologie, ma potrebbe esserci un bias nella scelta del campione. I risultati positivi restano, ma potrebbero essere leggermente falsati dal fatto che gli italiani intervistati siano meno rappresentativi dell'uomo comune rispetto a quanto avvenuto in altre nazioni.
L’allarme, in ogni caso, resta alto: gli italiani hanno scaricato quasi il doppio di app maligne rispetto all'anno precedente. L'Italia rimane anche una delle nazioni maggiormente colpite dai ransomware.
Secondo quanto emerge da un report sulle minacce informatiche, che hanno colpito l'Italia (dal titolo "Il paradosso delle minacce cyber" a cura dei laboratori Trend Micro), il 2017 ha registrato una crescita globale dei ransomware, delle truffe Business Email Compromise e dei fenomeni di mining delle criptovalute. Questi trend continueranno nel 2018, i cybercriminali progetteranno sempre più nel dettaglio i loro attacchi, per avere dei guadagni sempre maggiori e l'entrata in vigore del GDPR provocherà una nuova ondata di tentativi di estorsione, facendo alzare le richieste di riscatto, che si avvicineranno a quelle delle eventuali multe.