Amazon brevetta braccialetti per i dipendenti
Oggi parliamo molto di Industria 4.0 come obiettivo da raggiungere per molte nostre imprese, dalle poche multinazionali che sono rimaste in Italia alle numerose PMI e microimprese spesso, purtroppo, digitalmente illetterate. Amazon, invece, è già saldamente nel futuro digitale a cui tendiamo, è l’azienda più dinamica al mondo per rapidità di crescita dei volumi di affari e di valorizzazione del titolo in Borsa. Dimostra sul campo come la trasformazione digitale sia il vero fattore propulsivo che crea valore, produttività, offerta di prodotti e servizi a qualità sempre crescente e prezzi al consumo sempre più bassi.
Non v’è dubbio che la “creative destruction” che Amazon genera giorno dopo giorno non solo merita rispetto, ma indica anche una via da seguire per creare benessere economico e sociale. Se ci si fermasse qui, però, si commetterebbe un errore: Amazon diventa sempre più un problema di libero mercato per le società occidentali.
In questi giorni una notizia ha conquistato le prime pagine dei giornali: si tratta dell’annuncio che presto i dipendenti di Amazon potrebbero indossare braccialetti in grado di comunicare con un sistema centrale che localizza gli oggetti e può inviare stimoli tattili attraverso i braccialetti stessi.
Il concept del brevetto in questione (US patent 9881276B2) è semplice. Il sistema di trasmissione agli ultrasuoni consente di localizzare sia il braccialetto indossato dal lavoratore che gli scomparti ove si collocano gli articoli, in immediata prossimità dell’archivio di magazzino. Un sistema in retroazione poi trasmette un segnale tattile al lavoratore se la mano si dirige verso un comparto errato: la finalità del sistema consiste nell’evitare errori ed aumentare la produttività.
Le tecnologie tattili (haptics) cominciano ad essere molto diffuse e risultano molto utili: qualcuno potrebbe, ad esempio, fare obiezioni sul segnale tattile trasmesso dal volante di una moderna automobile che ci segnala quando stiamo per attraversare una linea continua e rischiamo di invadere la corsia stradale opposta?
Occorre a questo punto centrare il vero problema sollevato dalla nuova invenzione di Amazon: nulla di male, se si rispetta il lavoratore.
Amazon vende praticamente qualsiasi prodotto al dettaglio, è il più grande fornitore di servizi cloud, è un’azienda di trasporti per la consegna dei prodotti che vende, è una media company, e costruisce per se stessa, brevettandoli, gli strumenti necessari a migliorare la produttività del lavoro. I braccialetti potrebbero innescare un problema etico o di sfruttamento sul posto di lavoro, ma sono certamente un’ulteriore riprova che Amazon non fa più parte di una filiera economica in concorrenza con altri. È essa stessa la filiera.
Non v’è dubbio che la “creative destruction” che Amazon genera giorno dopo giorno non solo merita rispetto, ma indica anche una via da seguire per creare benessere economico e sociale. Se ci si fermasse qui, però, si commetterebbe un errore: Amazon diventa sempre più un problema di libero mercato per le società occidentali.
In questi giorni una notizia ha conquistato le prime pagine dei giornali: si tratta dell’annuncio che presto i dipendenti di Amazon potrebbero indossare braccialetti in grado di comunicare con un sistema centrale che localizza gli oggetti e può inviare stimoli tattili attraverso i braccialetti stessi.
Il concept del brevetto in questione (US patent 9881276B2) è semplice. Il sistema di trasmissione agli ultrasuoni consente di localizzare sia il braccialetto indossato dal lavoratore che gli scomparti ove si collocano gli articoli, in immediata prossimità dell’archivio di magazzino. Un sistema in retroazione poi trasmette un segnale tattile al lavoratore se la mano si dirige verso un comparto errato: la finalità del sistema consiste nell’evitare errori ed aumentare la produttività.
Le tecnologie tattili (haptics) cominciano ad essere molto diffuse e risultano molto utili: qualcuno potrebbe, ad esempio, fare obiezioni sul segnale tattile trasmesso dal volante di una moderna automobile che ci segnala quando stiamo per attraversare una linea continua e rischiamo di invadere la corsia stradale opposta?
Occorre a questo punto centrare il vero problema sollevato dalla nuova invenzione di Amazon: nulla di male, se si rispetta il lavoratore.
Amazon vende praticamente qualsiasi prodotto al dettaglio, è il più grande fornitore di servizi cloud, è un’azienda di trasporti per la consegna dei prodotti che vende, è una media company, e costruisce per se stessa, brevettandoli, gli strumenti necessari a migliorare la produttività del lavoro. I braccialetti potrebbero innescare un problema etico o di sfruttamento sul posto di lavoro, ma sono certamente un’ulteriore riprova che Amazon non fa più parte di una filiera economica in concorrenza con altri. È essa stessa la filiera.