Un uomo condannato a 5 anni in Cina per avere venduto servizi VPN
Wu Xiangyang è il nome dell'uomo condannato dal tribunale di Pingnan, poiché non aveva ottenuto la licenza per vendere servizi di VPN secondo le recenti norme promulgate dal governo cinese.
L'uomo, accusato anche di altri crimini minori, è stato condannato a più di 5 anni di reclusione e ad una multa di 500.000 yuan.
Dal 2013 al giugno del 2017, Wu Xiangyang aveva venduto servizi di vpn "illegali", aveva costruito il suo server VPN e aveva fornito il software e l'accesso ad alcuni membri per navigare i siti stranieri, aggirando la rigorosa censura cinese.
L'uomo vendeva i suoi servizi sulla piattaforma di e-commerce Taobao.
A settembre un altro uomo, Deng Jiewei, era stato condannato a 9 mesi di reclusione con la stessa accusa.
Da gennaio 2017 il governo cinese ha lanciato una campagna per porre un freno all'uso delle VPN nel paese.
Il problema è che migliaia di aziende in Cina, necessariamente, devono dotarsi delle VPN per aggirare le censure locali e per accedere al web libero.
Non ci sono notizie, al momento, di multe imposte a compagnie o privati per l'utilizzo di questi software.
Le dichiarazioni e le misure imposte dal governo centrale nel 2017, entreranno in pieno vigore nel 2018.
L'uomo, accusato anche di altri crimini minori, è stato condannato a più di 5 anni di reclusione e ad una multa di 500.000 yuan.
Dal 2013 al giugno del 2017, Wu Xiangyang aveva venduto servizi di vpn "illegali", aveva costruito il suo server VPN e aveva fornito il software e l'accesso ad alcuni membri per navigare i siti stranieri, aggirando la rigorosa censura cinese.
L'uomo vendeva i suoi servizi sulla piattaforma di e-commerce Taobao.
A settembre un altro uomo, Deng Jiewei, era stato condannato a 9 mesi di reclusione con la stessa accusa.
Da gennaio 2017 il governo cinese ha lanciato una campagna per porre un freno all'uso delle VPN nel paese.
Il problema è che migliaia di aziende in Cina, necessariamente, devono dotarsi delle VPN per aggirare le censure locali e per accedere al web libero.
Non ci sono notizie, al momento, di multe imposte a compagnie o privati per l'utilizzo di questi software.
Le dichiarazioni e le misure imposte dal governo centrale nel 2017, entreranno in pieno vigore nel 2018.