Forse si allungano i tempi della Data retention
Polemica e scontro per l'emendamento, inserito nel testo sulla sicurezza degli ascensori, che estende a sei anni la conservazione dei dati del traffico telefonico e telematico. L’inserimento viene giustificato dalla necessità di migliorare la sicurezza e, se sarà approvato al Senato, sarà esecutivo. Ricordiamo che la data retention nel nostro Paese era, come previsto dal Codice della privacy, di due anni per il traffico telefonico, un anno per quello telematico, 30 giorni per le chiamate senza risposta. Queste durate, hanno subito un’estensione con il decreto legge antiterrorismo del 2015 che imponeva la conservazione di tutti i dati fino al 30 giugno 2017. Dal 30 giugno, per il momento e fino a che non si pronuncerà il Senato, sono tornate in vigore le norme del Codice della privacy.
Per fare chiarezza sull’argomento, non ci si riferisce ai contenuti delle conversazioni, ma esclusivamente ai metadati. Per il traffico telefonico sono le informazioni circa mittente, destinatario, data e durata di una chiamata, cella telefonica; per il traffico telematico, invece, sono data e ora della connessione e disconnessione, l’indirizzo IP.
Secondo il Garante questo emendamento è in contrasto con quanto prevede l’ordinamento e la giurisprudenza dell’UE che impediscono la raccolta indiscriminata dei dati di traffico telefonico e telematico, perché non è proporzionata alle esigenze investigative e limita fortemente il diritto alla protezione dei dati. La Corte di giustizia europea, in tema di data retention ritiene che è indispensabile che il suo utilizzo sia oggetto di grande attenzione e che sia necessario cercare un punto di equilibrio fra le esigenze di sicurezza e i diritti di libertà.
Soro ha posto l’accento sulla necessità di regolare una materia così delicata con una disciplina organica e non con un emendamento che appare come un atto estemporaneo e, dunque, poco meditato.
In sintonia con il giudizio del Garante molte associazioni e in particolare l’Associazione italiana internet provider che lo considera “un attacco alla libertà e all’intelligenza dei cittadini occultato all’interno di un emendamento che tratta tutt'altra materia”.