Cellulari rigenerati, grande business
Un problema per l’ambiente, come tutti i rifiuti, ma anche una risorsa per chi li ricicla visto che contengono dosi di elementi difficili da trovare in natura e molto pregiati. L’Ue dice che circa il 10% dell’oro estratto ogni anno nel mondo finisce negli apparecchi elettrici. Si parla, nella sola Europa, di milioni di tonnellate di elettrodomestici che diventano spazzatura, sono i Raee i rifiuti da apparecchi elettrici ed elettronici.
Nonostante le regole molto severe emanate dalla UE, riciclare i Raee è comunque un affare. In Italia, il centro di coordinamento Raee, è sotto il controllo del ministero dell’Ambiente.
Tra i Raee, sono gli smartphone i più pregiati perché sono una miniera di metalli e terre rare e rappresentano, per la filiera del riciclo, un grande business.
E-Waste Lab e il Politecnico di Milano hanno guardato all’interno di uno smartphone e hanno fatto l’elenco dei diversi elementi che lo compongono, questi i più preziosi: 9 grammi di ferro, 250 milligrammi d’argento e 24 di oro, un grammo di terre rare. Il valore commerciale è di 195 milioni di euro e sono calcolati solo sui 35 milioni di cellulari venduti nel 2014 in Italia.
Deloitte, sempre in tema di numeri, dice che sono almeno 120 milioni gli smartphone che abbiamo lasciato inutilizzati in un cassetto, potenziali rifiuti, sicuramente, ma preziosi.
Non tutti i telefonini sono rottamati, infatti è un mercato in crescita quello di smartphone e tablet rigenerati, apparecchi usati che dopo essere stati revisionati, vengono rimessi in commercio. Molte le aziende che si sono specializzate nella vendita di elettronica rigenerata.
Un mercato che, secondo Deloitte, lo scorso anno ha sfiorato i 17 miliardi di dollari a livello globale e di 120 milioni di apparecchi rigenerati; le previsioni sono che il business, specialmente per quanto riguarda i modelli di smartphone più costosi, crescerà ancora nei prossimi anni.
Certo è che l’aumento irrefrenabile del consumo di device elettronici è insostenibile per il nostro pianeta. Container con tonnellate di rifiuti elettronici finiscono in Africa in discariche a cielo aperto dove migliaia di persone rovistano nella spazzatura alla ricerca di materiali da rivendere.
Un rapporto dei membri della convenzione di Basilea, Where are Weee in Africa?, documenta che in Ghana e Nigeria, nei cimiteri di Raee, un raccoglitore lavora tutto il giorno per pochi dollari, sono infatti considerati i nuovi schiavi. I pezzi raccolti finiscono, poi, in un mercato non proprio del tutto legale, di officine di rigenerazione che sono ad Accra e a Lagos.