WannaCry: forse è stata una caffetteria
Dopo quattro giorni dall’attacco, che ha fatto danni in mezzo mondo, le certezze sono ancora poche, è sicuro, invece, che alcuni hanno già pagato il riscatto richiesto ed hanno riavuto i loro file. La caccia da parte degli esperti di sicurezza continua perché, tra l’altro, si cerca di capire chi è stato il primo utente infettato e come sia avvenuta la diffusione del malware. Inizia a circolare anche l’idea che non sia partito tutto da un collegamento ad Internet. Si esclude che il malware si sia presentato con il phishing e una delle ipotesi è che il computer zero potrebbe essere stato infettato attraverso un collegamento WiFi di una caffetteira, e che poi si sia diffuso attraverso le reti aziendali.
Il Wall Street Journal in un articolo spiega che se si riesce a trovare la prima vittima di WannaCry c’è qualche probabilità di risalire all’autore dell'attacco. In ogni caso è certo che la prima azienda colpita aveva adottato scarse misure di sicurezza. Ricercatori ed esperti sono concordi nell’affermare che l'impianto di questo software malevolo è piuttosto elementare e che sembra sia stato scritto da un neofita. I danni, però, sono ancora difficili da calcolare e il fatto che in molti, per riavere i file, stiano già pagando, potrebbe aumentare il rischio di nuovi attacchi ancor più distruttivi.