Anche in Italia arrivano le Wireless Community Networks

Il fenomeno ancora poco noto, è in crescita. Le Wireless Community Networks (Wcn) sono reti di comunicazione sviluppate da gruppi di cittadini che installano nodi wireless sui tetti o sui balconi delle loro abitazioni. Lo scopo è realizzare una rete indipendente e autogestita che porti connettività in tutte quelle zone che gli operatori commerciali non hanno interesse a coprire.

Per far funzionare questa rete basta un unico nodo, gateway, connesso che fa da ponte tra la Wcn e Internet. Il Wi-fi, la tecnologia utilizzata, permette che queste reti possano essere allargate, al bisogno, aggiungendo un nuovo nodo. Semplici da realizzare e sicure, se si interrompe la connessione del gateway, si viene automaticamente ridiretti sul nodo più vicino. Il fenomeno in alcune zone d’Europa come Atene (la Athens Wireless Metropolitan Network), Berlino (con Freifunk) e Barcellona (con la rete Guifi) sta avendo parecchio successo e, anche nel nostro Paese le Wcn stanno iniziando ad emergere. Il Gallia Network in Valsugana, il Progetto Neco a Potenza o Ninux.org a Roma e anche in altre città, sono i primi esempi di Wcn nostrane.

Le realtà che realizzano le Wcn puntano ad avere un riconoscimento formale e, nel mese di marzo, il coordinamento del progetto europeo netCommons guidato dall'Università di Trento, 30 community networks europei, hanno inviato una lettera alla Commissione Ue, alle delegazioni degli stati membri ed a tutti i parlamentari europei per chiedere che siano limitati gli ostacoli regolatori e anche quelli finanziari. In Belgio, ad esempio, è stata già chiesta una commissione di 676 euro per il primo anno e di 557 euro per i successivi, se si vuole ottenere la registrazione delle Wcn nell'elenco degli operatori telefonici. Nella lettera c’è anche un passaggio per chiedere che sia abolita la responsabilità civile che ricade sulle persone per le comunicazioni fatte da terzi attraverso la loro connessione Wi-fi.