Qualcomm, Italia apripista nelle reti 5G: non siamo in ritardo

Grazie al ministero dello Sviluppo economico che ha messo a disposizione le frequenze per la sperimentazione, l'Italia è tra i Paesi di testa ed è in condizione di lanciare i sevizi commerciali 5G già nel 2019, aprendo la strada a una rivoluzione hi-tech che in futuro spazierà dalle operazioni chirurgiche a distanza alle escavatrici controllate da remoto, fino alle auto che si guidano da sole dialogando con semafori, pedoni e altri veicoli.
A dirlo è il presidente di Qualcomm per l'Europa, Enrico Salvatori, in un incontro stampa a Roma a margine degli Stati generali delle Telecomunicazioni.
A differenza delle reti 4G, in cui l'Europa è entrata in ritardo di due anni rispetto agli Stati Uniti, per il 5G l'Ue è nella top five dei mercati, dopo Usa e Cina, Giappone e Corea.
Ci sono quindi le condizioni perché le infrastrutture arrivino subito, dando modo all'industria di svilupparsi. 
C'è però una roadmap da seguire, sottolinea Salvatori, a cominciare dall'asta per le frequenze, che in Italia si terrà nel 2018. Gli operatori dovranno comprare le frequenze e creare la rete, i costruttori come Nokia e Huawei dovranno sviluppare l'infrastruttura, e solo a questo punto sul mercato potranno arrivare smartphone, tablet e altri dispositivi con cui spaziare dalla realtà virtuale all'intelligenza artificiale.