Intelligenza artificiale studierà i tumori
Il progetto è di Google, DeepMind è l'intelligenza artificiale che analizzerà le risonanze di testa e collo per imparare a distinguere il tessuto sano da quello malato. Lo studio potrebbe guidare, in un futuro speriamo non lontano, la radioterapia riducendo il tempo di esposizione e le radiazioni. L’annuncio è stato fatto dall'University College di Londra che è partner della ricerca.
La segmentazione del tessuto tumorale richiede molte ore di lavoro di un medico che, sulla base degli esami, cerca di distinguere ii tessuto sano da quello malato. L’analisi è ancora più complessa per i tumori di testa e collo, perché la parte malata è sempre vicina ad organi vitali. Per insegnare a DeepMind a segmentare il tumore saranno utilizzati oltre 700 esami resi anonimi e questo progetto consentirà lo sviluppo di un algoritmo in grado di svolgere l’analisi da solo. La decisione finale sulla radioterapia sarà ovviamente del medico, ma i tempi si abbreviano e la definizione della terapia potrà essere fatta, dicono, al massimo in un'ora.
Questo non è un caso isolato, anche altre multinazionali della tecnologia si impegnano in campo medico, insieme a Google, ricordiamo l’intelligenza artificiale Watson di Ibm, che, tra l’altro, è anche utilizzata in ambito sanitario e Apple che, sempre per la ricerca, ha già sviluppato alcune piattaforme.
La segmentazione del tessuto tumorale richiede molte ore di lavoro di un medico che, sulla base degli esami, cerca di distinguere ii tessuto sano da quello malato. L’analisi è ancora più complessa per i tumori di testa e collo, perché la parte malata è sempre vicina ad organi vitali. Per insegnare a DeepMind a segmentare il tumore saranno utilizzati oltre 700 esami resi anonimi e questo progetto consentirà lo sviluppo di un algoritmo in grado di svolgere l’analisi da solo. La decisione finale sulla radioterapia sarà ovviamente del medico, ma i tempi si abbreviano e la definizione della terapia potrà essere fatta, dicono, al massimo in un'ora.
Questo non è un caso isolato, anche altre multinazionali della tecnologia si impegnano in campo medico, insieme a Google, ricordiamo l’intelligenza artificiale Watson di Ibm, che, tra l’altro, è anche utilizzata in ambito sanitario e Apple che, sempre per la ricerca, ha già sviluppato alcune piattaforme.