Cybersecurity: in Italia più di mille attacchi alle infrastrutture critiche in un anno

In un anno le minacce informatiche contro le infrastrutture critiche nazionali italiane si sono moltiplicati per cinque, con gli alert che nel 2017 hanno toccato quota 28.500, e i veri e propri attacchi che sono arrivati a 1.006. A certificarlo, tracciando un bilancio dell’anno appena trascorso, è la Polizia postale, confermando così le crescenti preoccupazioni sulla sicurezza informatica di Pubblica amministrazione e imprese, e la necessità di implementare con attenzione e regolarità tutte le misure di sicurezza e di protezione.
Per attrezzarsi contro questo genere di rischi il Governo, nell’ultimo consiglio dei ministri prima della pausa natalizia, ha nominato vicedirettore del DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) Roberto Baldoni, direttore del centro di ricerca Cyber Intelligence dell’università Sapienza di Roma: a lui spetterà di vigilare sui temi della cybersecurity, presiedendo il Nucleo per la sicurezza cibernetica, incaricato di mettere a punto le misure di prevenzione e affrontare le emergenze.
I 28.522 allarmi per gli obiettivi di interesse nazionale sono stati diramati dal Cnaipic, centro nazionale anticrimine per la protezione delle infrastrutture critiche,  a fronte delle quali la Polizia postale ha avviato 68 indagini con la denuncia di 33 persone e due arresti,  proprio un anno fa, dei fratelli Occhinero, con l’accusa di spionaggio informatico ai danni di istituzioni e aziende.
Diffondendo i dati 2017, la Polizia postale pone l’accento sul fatto che i criminali informatici utilizzano tecniche sempre più sofisticate e difficili da individuare, rivolgendosi con il passare del tempo ad un numero sempre più ampio di obiettivi sia nel campo istituzionale sia nel campo privato, per estorcere o trafugare somme di denaro poi “dirottate” su conti, o carte di credito, che in molti casi sono intestati a intermediari di comodo. Tra le tecniche più utilizzate in questo campo c’è quella del phishing, le truffe che viaggiano via e-mail: proprio in questo settore la polizia postale è riuscita a recuperare nel 2017 20 milioni di euro prima che arrivassero nelle disponibilità dei criminali informatici, e recuperato 862mila euro da bonifici già disposti.
Ma al di là dei veri e propri attacchi contro infrastrutture critiche, istituzioni o aziende, il campito della polizia postale è stato anche quello di prevenire i reati e contrastare la diffusione di idee che conducono al terrorismo e alla radicalizzazione, tenendo sotto controllo 17mila siti web e rimuovendo una serie di contenuti. L’intervento diretto delle forze dell’ordine, in ogni caso, arriva come extrema ratio in un percorso che già oggi, nel campo del terrorismo di matrice islamica, vede i gestori dei siti rimuovere direttamente i contenuti illeciti.
Quanto alla pedopornografia online, le operazioni della polizia postale hanno portato all’arresto di 55 persone e a 595 denunce, a seguito del monitoraggio di 28.560 siti internet, di cui poco più di 2mila sono finiti nella “black list”. Per tentativi di adescamento di minori online la polizia postale ha trattato 437 casi, che hanno portato a 158 denunce e 19 arresti.
In netta crescita rispetto all’anno precedente anche i reati informatici contro la persona, dalla diffamazione al cyberstalking, fino alla violazione delle norme sul trattamento dei dati personali, un campo in cui la Polizia postale ha gestito 917 denunce e proceduto ad 8 arresti.