USA: class action contro Bose
Bose, l'azienda statunitense specializzata in sistemi audio, avrebbe creato profili dettagliati degli utenti e poi li avrebbe condivisi con aziende che si occupano di analisi e trattamento dei dati. Sotto accusa le cuffie Bose QuietComfort 35 in particolare, ma anche altri modelli, nonché l’applicazione Bose Connect che permette di controllare, con uno smartphone, le cuffie Bluetooth. Queste in sintesi le accuse mosse da un cittadino americano che ha avviato la class action contro l’azienda.
Secondo l’accusa raccogliere informazioni, su canzoni e ascolti, significa invadere la privacy visto che attraverso lo studio di questi dati si possono avere informazioni sulla personalità, abitudini, opinioni politiche e anche sull’identità delle persone.
Le applicazioni e il numero crescente di oggetti connessi possono diventare, grazie alle informazioni che detengono, un grande business; nel caso di Bose, però, se l’azienda dovesse essere giudicata colpevole il danno economico e d’immagine potrebbe essere molto più grave dei possibili guadagni. Per non rischiare sarà utile che le aziende facciano un uso più trasparente dei dati che raccolgono e che chiedano, prima di ricavare denaro dal loro trattamento, il consenso ai loro clienti.